Modernizzazione degli Applicativi Legacy: un nuovo approccio con la GenAI

Modernizzazione degli Applicativi Legacy: un nuovo approccio con la GenAI

In moltissime realtà aziendali, i sistemi core su cui si basa l’operatività quotidiana sono ancora scritti in linguaggi legacy.

Questi applicativi sono affidabili, ma nel tempo diventano sempre più difficili e costosi da mantenere, aggiornare e integrare con le tecnologie moderne. Nonostante ciò, molte aziende scelgono di rimandare il processo di modernizzazione, scoraggiate da progetti percepiti come lunghi, complessi e onerosi.

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Oggi, grazie all’intelligenza artificiale generativa (GenAI), è possibile affrontare la modernizzazione dei sistemi legacy con un approccio radicalmente diverso e con una riduzione significativa dei tempi di progetto.

Una sperimentazione dai risultati tangibili

Per capire le potenzialità della GenAI applicata alla modernizzazione, Omnia Group, azienda di consulenza informatica con oltre trent’anni di esperienza, ha condotto una sperimentazione interna che ha portato a una PoC innovativa dai risultati decisamente interessanti. Scopo della PoC era l’implementazione di una serie di workflow utilizzando strumenti basati sulla GenAI per la migrazione da codice Cobol (ancora ampiamente utilizzato in contesti mission-critical) a Java.  

Fasi della Poc

Uno dei pilastri della sperimentazione è stato l’utilizzo di metodologie test-driven, che anticipano la fase di validazione del codice per identificare eventuali problematiche già nelle prime fasi dello sviluppo.

Partire da queste metodologie si è rivelato estremamente utile perché garantisce agli sviluppatori di poter sfruttare la GenAI in un contesto chiaro e sicuro, senza compromettere la stabilità complessiva del progetto. In particolare:

  • la creazione dei test prima dello sviluppo aiuta a stabilire il comportamento atteso del software, elemento fondamentale per guidare efficacemente l’AI.
  • test ben strutturati garantiscono la conservazione delle funzionalità esistenti anche in presenza di modifiche automatiche al codice.
  • grazie alla suite di test, è possibile valutare l’accuratezza del lavoro dell’AI, ricevendo feedback immediati sugli eventuali errori e le aree da correggere.
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Nella PoC, sono stati eseguiti una serie di cicli di sviluppo che, unendo strumenti basati su GenAI e controllo umano, hanno prodotto risultati soddisfacenti ed evidenziato quanto, con il corretto approccio, la GenAI possa davvero essere una leva per la modernizzazione.

I risultati

Dall’analisi dei workflow sperimentati sono emerse evidenze particolarmente positive:

  • L’intelligenza artificiale è in grado di produrre codice, in molti casi, di qualità superiore rispetto a quello realizzato manualmente.
  • L’AI si dimostra efficace anche in compiti complessi come il refactoring, la stesura della documentazione tecnica, ecc.
  • Gli strumenti basati su AI integrati negli ambienti di sviluppo forniscono un supporto costante ai programmatori, contribuendo ad aumentare l’efficienza e la produttività.
  • Infine, l’uso dell’AI contribuisce a ridurre l’incidenza di fattori umani, migliorando la qualità del lavoro complessiva.

Un nuovo modello di sviluppo e cambiamenti significativi nel ruolo dello sviluppatore

L’integrazione della GenAI comporta cambiamenti significativi nei processi di sviluppo:

  • Automatizza attività di routine come la scrittura di codice standard, accelerando l’intero ciclo di sviluppo;
  • Nell’utilizzo dell’AI è prevista una fase di definizione del contesto funzionale e architetturale attraverso un linguaggio adeguato da trasmettere all’AI (prompt engineering). Questa fase richiede un’attenzione particolare e nuove competenze;
  • Utilizzare delle metodologie orientate ai test è fondamentale per strutturare il processo e garantire che la GenAI operi all’interno dei limiti architetturali e funzionali richiesti.​

L’impatto sui progetti e sulle aziende

Grazie a questo metodo, le aziende che necessitano di modernizzare applicativi legacy ancora in uso, possono contare su tempi progettuali ridotti di circa il 30-40% a seconda della tipologia di progetto, con un’implicazione positiva anche sulla riduzione dei costi.

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Questo modello mitiga quindi quella che è solitamente la maggior preoccupazione dei Direttori IT nell’affrontare un processo di modernizzazione: il tempo e il budget da investire. Ma non solo: come abbiamo visto, i risultati sono ottimi non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi.

Puoi approfondire questo nuovo metodo, visitando la pagina sull’AI-Driven Software Modernization di Omnia Group.