Rete aziendale a rischio? Per una volta non è colpa dei “giovani”

Il nuovo studio europeo “Apps in the Cloud” rivela che non sono solo i profili junior a portare nel mondo del lavoro le applicazioni ed i rischi conseguenti

Easynet Global Services ha annunciato i risultati dell’indagine europea Apps in the Cloud”, rivelando che non sono i dipendenti della cosiddetta Generazione Y a introdurre la maggior parte delle applicazioni nel mondo del lavoro, si tratta bensì di un trend pervasivo che coinvolge e vede protagonisti il management ed i dirigenti.

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L’introduzione di applicazioni non gestite sul posto di lavoro, e i rischi per la sicurezza associati a questo comportamento, danno molti grattacapi ai CIO e ai Network Manager, che in qualche modo devono riuscire a tenere sotto controllo tutti i possibili punti di accesso o di fuoriuscita dei dati attraverso la rete aziendale.

Tradizionalmente, i consigli di amministrazione e i dirigenti hanno ritenuto che le applicazioni venissero introdotte nel mondo del lavoro dalla Generazione Y e dai dipendenti junior avvezzi ad uno stile di vita ‘always on’. Una percezione intensificata dalla tendenza al BYOD che sta interessando in modo trasversale le imprese di ogni settore e dimensione. Al contrario, lo studio Easynet rivela che proprio dirigenti e manager non solo sono responsabili per il BYOD ma, una volta che i dispositivi sono connessi alla rete, contribuiscono in modo importante anche alla nuova tendenza BYOA (Bring Your Own App). Sorprendentemente, i risultati evidenziano che non si tratta più solamente delle tradizionali applicazioni professionali, ma anche di applicazioni ricreative.

Alcuni tra i principali risultati della ricerca, condotta a livello europeo:

– La maggioranza degli intervistati indica che le applicazioni video sono introdotte nel posto di lavoro dai dirigenti (32%, il 20% in Italia) e dal management (57%, il 40% in Italia).

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– L’introduzione di strumenti VoIP è attribuibile ai giovani dipendenti per una percentuale inferiore (28%, 23% in Italia) rispetto ai dirigenti (41%, 37% in Italia).

– Solo l’introduzione di strumenti di collaborazione sul posto di lavoro, a livello europeo, si deve principalmente ai neolaureati (32%) e agli stagisti (29%), seguiti comunque a breve distanza dai dirigenti (27%); in Italia, tuttavia, è ancora una volta il management a guidare tale trend (57%).

– Nel nostro Paese non vi è una diffusa preoccupazione dell’impatto potenziale delle applicazioni su Cloud sulle prestazioni della rete aziendale, ad eccezione delle Applicazioni Video (40%) e VoIP (23%), mentre continuano a destare preoccupazione gli aspetti relativi alla sicurezza.

– Tra le soluzioni indicate per ovviare alle problematiche causate dalle applicazioni all’operatività, il 52% identifica la formazione dei dipendenti (68% in Italia) e il 46% l’adozione di versioni aziendali delle applicazioni (49% in Italia).

“Questi numeri ci fanno riflettere sulla necessità che le aziende comprendano a chi si deve veramente l’ingresso delle applicazioni nel mondo del lavoro”, ha commentato Justin Fielder, CTO di Easynet. “L’attenzione non deve più essere indirizzata verso i profili professionali più junior, o verso i neolaureati, ma dovrebbe includere tutti i membri dell’organizzazione, compresi i livelli più elevati e quelli con maggiore anzianità in azienda.”

“I risultati indicano, infatti, che mentre la Generazione Y continua a essere considerata l’artefice principale delle difficoltà a cui vengono esposte le reti con l’intento di lavorare in stretta collaborazione, la realtà è che si tratta di un trend avvenuto dall’alto verso il basso. I responsabili IT e di rete non possono presidiare tutti gli accessi alle applicazioni che sono disponibili per una così vasta moltitudine di dispositivi che si collegano alla rete ed è arrivato il momento di adottare un approccio radicalmente differente.”

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“Spetta alle organizzazioni educare i dipendenti a tutti i livelli sui rischi che sono associati all’utilizzo incontrollato delle applicazioni nel mondo del lavoro,” conclude Fielder. “Non esiste uno standard per rendere sicura una rete aziendale di fronte a una così vasta diffusione di applicazioni e punti di accesso. Bisogna tornare ai principi fondamentali e la priorità deve essere l’educazione.”