Accessibilità? Si grazie

L’accessibilità, in informatica, è la capacità di un dispositivo, di un servizio o di una risorsa d’essere fruibile con facilità da una qualsiasi categoria d’utente.

Il termine è comunemente associato alla possibilità anche per persone con ridotta o impedita capacità sensoriale, motoria, o psichica (in termini generali disabile o diversamente abile sia temporaneamente sia stabilmente), di fruire dei sistemi informatici e delle risorse software a disposizione. L’interesse per il tema dell’accessibilità è cresciuto progressivamente negli anni di questo e degli sviluppi del Open Source abbiamo discusso con Giorgio Nordo Fondatore di Equal

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Qual è la situazione italiana in merito allo sviluppo dell’open source?

Credo che si debba distinguere tra sviluppo inteso come impegno degli sviluppatori italiani nell’ambito di progetti open source e sviluppo inteso come diffusione della sensibilità all’uso di software a codice aperto.Nel primo caso, ritengo che anche in questo campo la creatività italiana non tema confronti visto che il numero di sviluppatori impegnati in importanti progetti open source sia nazionali che internazionali è senz’altro molto alto ed il contributo che l’Italia fornisce alle più importanti comunità di sviluppo è sempre di altissima qualità e molto apprezzato nel mondo. Nel secondo caso, mi sembra che, specialmente negli ultimi due anni, siano stati registrati notevoli progressi nella promozione e nella crescita del livello di competenza generale dei software open source.Esiste oggi, rispetto a qualche anno, una maggiore consapevolezza dell’affidabilità dei software a codice aperto e credo che sia anche stato finalmente sfatato il tabù circa la mancanza di assistenza e supporto nell’utilizzo di sistemi open source; le comunità di utenti e programmatori che gravitano attorno ai più importanti progetti a codice aperto costituiscono ormai una ben riconosciuta risorsa gratuita di competenze che – in moltissimi casi – non teme confronti con costosi piani di assistenza commerciali. Questo presuppone ovviamente una seppur minima cultura tecnica di base che però sta aumentando proprio in virtù dell’accresciuto livello di competenza generale.

Oltre a questo, è ovviamente possibile rivolgersi alle sempre più numerose società di consulenza specializzate in piattaforme open source, una vera costellazione di persone in gamba che hanno trasformato la loro passione in attività lavorativa e che vendono solo il loro tempo e la loro competenza piuttosto che un prodotto griffato da una multinazionale del software.Certo, esistono ancora larghe sacche di resistenza attorno alla diffusione di questo tipo di programmi, soprattutto nel campo della Pubblica Amministrazione ma anche qui si cominciano a vedere esempi virtuosi di grossi enti pubblici che anche per ridurre i costi di gestione abbandonano gradualmente le piattaforme proprietarie per avvicinarsi a sistemi aperti.Ad esempio, riferendomi a due dei settori che seguo più da vicino, ossia lo sviluppo web e la tecnica dell’accessibilità web, mi piace ricordare che molto di recente, la Provincia di Oristano ha deciso di rinnovare in senso accessibile il suo sito istituzionale affidandosi interamente a prodotti open source come il CMS Mambo e la suite CMSaccessibile.Il risultato, che è stato frutto dello sforzo di competenze interne alla Provincia che si sono spontaneamente formate negli scorsi anni unito e di un piccolo apporto di consulenze esterne – è senz’altro notevole e merita – a mio avviso – di essere annoverato tra le “best practice” della P.A. che mi auguro di vedere emulate e riprodotte anche altrove.

In questo scenario quale potrà essere il modello di business per l’open source?

Credo che il modello verso cui si sta decisamente convergendo sia quello della separazione dello sviluppo dalla consulenza ed assistenza post-installazione.E’ ben noto che nel processo di realizzazione di un software, i costi di sviluppo in senso stretto incidono solo in minima parte rispetto all’investimento complessivo che comprende, ad esempio, anche i costi di marketing e distribuzione del prodotto.Non a caso, molte multinazionali del software come ad esempio SUN e IBM hanno ormai separato nettamente i settori sviluppo ed assistenza mantenendo comunque alti profitti sulle attività di consulting e supporto post-installazione.

Questo appare per il momento, il modello vincente dal punto di vista economico e probabilmente anche il più democratico visto che si adatta a qualunque tipo di azienda indipendentemente dalla sua dimensione e dal suo posizionamento nel mercato. Non vedo al momento svantaggi particolari se non il rischio remoto che qualche prodotto open source possa essere in un certo senso “risucchiato” e fatto proprio da parte di aziende molto robuste e pervasive. Ritengo però che la comunità open source abbia raggiunto un livello di consapevolezza tale da annullare anche questo rischio nel senso che situazioni ambigue vengono tempestivamente segnalate ed alla lunga non giovano all’immagine. In particolare, il “coniugio” tra IBM e Linux potrà in breve confermare o smentire questa ipotesi.

Il CEO di Sun ha dichiarato che una quota parte degli investimenti futuri andranno alle università, in quanto sono le organizzazioni che più sviluppano e utilizzano software open source, qual è il contributo dell’università, cosa ne pensi?

Oltre ad interessarmi di sviluppo open source, lavoro da molti anni in una università, pertanto credo di avere una buona percezione di questo tema e, spero, anche una certa equidistanza.La mia impressione, è che il legame a filo doppio sviluppo/utilizzo tra il mondo accademico e il software open source abbia caratterizzato solo la prima fase della diffusione del software libero. Questo per una serie di ragione strutturali tra cui – banalissima ma essenziale -, la disponibilità di strutture e mezzi tecnologici che anni fa non erano alla portata di tutti. Adesso, invece, mi pare che le università, e non solo quelle ad indirizzo scientifico, continuino ad essere forti utilizzatrici di prodotti open source che però vengono sviluppati altrove grazie anche al fatto che le dotazioni tecnologiche necessarie sono ampiamente disponibili e non costituiscono più un fattore limitante. Ciò sottolinea il carattere libero, appunto, di questa categoria di software e rimarca l’indipendenza da qualunque forma di condizionamento istituzionale ma, probabilmente, costituisce anche un grosso limite poichè impedisce di cogliere spunti da temi di ricerca avanzati che sono tipicamente relegati in ambito universitario.

Per fare un esempio concreto, nel campo scientifico, software open source per così dire di “genesi accademica” come il classico GnuPlot, Octave o Freemat piuttosto che il tool SDC scritto in Python per l’analisi delle immagini con metodi di morfologia matematica costituiscono ormai una piccolissima offerta nel mercato del software e questa è una condizione totalmente ribaltata rispetto a qualche decennio fa quando – al contrario – non esisteva alcun software commerciale di questo tipo. Questo rappresenta la situazione delle università europee e statunitensi ma in paesi come l’India o la Cina, la situazione è già piuttosto diversa e lo sfruttamento di risorse tecnico/scientifiche preesistenti per la produzione di software libero promette di essere una scelta vincente, perchè – oltre ai tradizionali vantaggi dell’OS – il fatto di disporre immediatamente di una rete di competenze specialistiche consente di accorciare ulteriormente il ciclo di sviluppo. Credo che siano proprio questi i vantaggi squisitamente commerciali che ha in mente la SUN quando, assai poco disinteressatamente, pensa di investire nelle università.

Che cosa è Equal e quali sono gli sviluppi relativi al tema dell’accessibilità?

La equal è una associazione no profit di sviluppatori web specializzati in soluzioni Open Source.La principale attività statuaria della equal consiste nella promozione e nella diffusione dei software a codice aperto con particolare riguardo a quelli che usano tecnologie web e che si appoggiano a linguaggi di scripting lato server, ovviamente non proprietari.Concretamente, i soci equal realizzano e distribuiscono software Open Source per il web che viene messo a disposizione della comunità mediante il sito principale www.equal.it, nonchè tramite altri repository internazionali. Oltre a questo, i soci equal sono molto attivi per fornire supporto dedicato su un buon numero di forum specializzati, primo tra tutti il forum MamboItalia (http://groups.google.it/group/mamboitalia). Da circa quattro anni, l’attività della equal si è concentrata soprattutto sui CMS Open Source Mambo e Joomla! per i quali realizziamo soluzioni personalizzate molto apprezzate dagli utenti e sviluppiamo estensioni di ogni tipo.

L’attività riguardante Mambo ha poi annualmente il suo culmine nell’organizzazione del Mamboday (www.mamboday.it), l’incontro degli sviluppatori e degli utenti di Mambo che è ormai arrivata alla sua terza edizione. L’interesse per il tema dell’accessibilità è invece cresciuto progressivamente negli anni ed ha trovato un proficuo punto di fusione proprio con Mambo per mezzo della realizzazione della suite CMSaccessibile (www.cmsaccessibile.net), un insieme di plugin appositamente progettati e realizzati per essere installati sul CMS Mambo 4.5.5 in modo da renderlo conforme a tutti gli standard di accessibilità previsti dalla Web Accessibility Initiative (WAI) del consorzio W3C e ai dettami previsti dalla legge Stanca (la legge 4/2004) e più specificatamente ai 22 requisiti imposti dal D.M. 8 luglio 2005.

Siamo molto soddisfatti di questa realizzazione che si va ad inserire come alternativa low cost in un mercato finora dominato da un oligopolio di prodotti commerciali dal prezzo molto alto, consentendo di costruire facilmente portali accessibili a basso costo adatti per enti, associazioni e pubbliche amministrazioni a basso budget.

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Giorgio Nordo Ricercatore di Geometria presso l’Università di Messina dove è titolare di due corsi di Topologia. E’ autore di circa 30 pubblicazioni scientifiche e di un libro sul LaTeX. Fondatore, nel 2002, di equal, l’associazione di sviluppatori web free lance specializzati nella realizzazione di portali, e-commerce e applicazioni web basate su soluzioni Open Source, il cui portale associativo www.equal.it costituisce al momento la maggiore risorsa italiana gratuita per il CMS Mambo.

Da Marzo 2007 è Consigliere Scientifico di AssoDigitale (l’Associazione Italiana Operatori Media Digitali che riunisce e rappresenta gli operatori Italiani di tutti i comparti dei media digitali, quali Internet, Telefonia Mobile e Digitale Terrestre) con l’incarico di definire e sviluppare i progetti inerenti all’area delle piattaforme Open Source per i sistemi di gestione dei contenuti sul web soprattutto in relazione alle tematiche sulla accessibilità così come previsto dalla Legge Stanca.