ENI Award 2014: ecco i vincitori

Si è svolta oggi al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente di Eni Emma Marcegaglia e dell’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi, la cerimonia di conferimento degli Eni Award 2014

Il premio, istituito nel 2007, è divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente. Eni Award ha lo scopo di sviluppare un migliore utilizzo delle fonti energetiche e di stimolare le nuove generazioni di ricercatori, a testimonianza dell’importanza assegnata da Eni alla ricerca scientifica e ai temi della sostenibilità.

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La Commissione Scientifica di Eni Award è composta da 23 membri tra cui il Premio Nobel Sir Harold Kroto, rettori di università, ricercatori e scienziati espressione dei più importanti centri di studio e ricerca a livello mondiale, ed è presieduta dall’accademico francese Gérard Férey. Gli Eni Award sono stati consegnati contestualmente ai Riconoscimenti all’Innovazione Eni conferiti a tre team di ricerca interni che si sono particolarmente distinti per il livello di innovazione e di rilevanza per il business dei risultati ottenuti.

Sono stati migliaia i ricercatori coinvolti a livello mondiale che negli anni hanno presentato le proprie ricerche e numerose le personalità di alto profilo che le hanno garantite o hanno fatto parte della Commissione Scientifica. Tra di essi si annoverano ben 25 Premi Nobel. Per l’edizione 2014 le candidature pervenute sono state oltre 1400.

Il Premio “Nuove frontiere degli idrocarburi” è stato assegnato per la sezione Upstream a Tapan Mukerji, Gary Mavko, Jack Dvorkin della Stanford University e Dario Grana della University of Wyoming, per avere ideato e sviluppato un metodo innovativo per utilizzare i dati sismici per ricavare informazioni dettagliate sul sottosuolo, guidando l’evoluzione in questo campo verso un approccio quantitativo. Le tecniche di indagine sismica hanno un ruolo fondamentale nella ricerca e produzione di olio e gas, in quanto permettono di “vedere” nel sottosuolo: il gruppo del professor Mukerji ha individuato la correlazione tra i dati sismici e le caratteristiche fisiche di rocce e fluidi, e sviluppato un modello che permette di quantificarne le grandezze rilevanti.

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Per la sezione Downstream il riconoscimento è stato attribuito a Amir H. Hoveyda, del Boston College (Massachusetts-USA) per la progettazione e lo sviluppo di catalizzatori per la sintesi di molecole complesse con specifiche caratteristiche steriche, ossia della particolare disposizione spaziale degli atomi che le costituiscono. In particolare il prof. Hoveyda ha identificato nuove vie di sintesi particolarmente efficienti, che impiegano catalizzatori innovativi a basso costo, per produrre composti ad elevata purezza impiegati nel campo della farmaceutica, della chimica fine e dell’agro-chimica. Il notevole contributo delle ricerche del professor Hoveyda si estende anche al settore dei materiali tecnologicamente avanzati e dei polimeri.

Il Premio “Energie rinnovabili” è stato conferito a Jay D. Keasling, della University of California,Berkeley (USA) per le sue ricerche volte ad ingegnerizzare microorganismi – in particolare Escherichia coli e Saccharomyces cerevisiae – per la produzione di biocarburanti con proprietà del tutto simili ai carburanti oggi ricavati dal petrolio, ma con la differenza che la loro combustione non immette quantità addizionali di CO2 nell’atmosfera, essendo sintetizzati da zuccheri derivati da biomasse. L’utilizzo di microorganismi appositamente ingegnerizzati consente di ridurre in modo significativo i costi di trattamento della cellulosa per ottenere gli zuccheri necessari per la produzione di biocarburanti, in confronto alle tecnologie oggi utilizzate e basate sull’impiego di “cocktail” di enzimi.

Clément Sanchez, del Collége de France di Parigi, si è aggiudicato il Premio “Protezione dell’ambiente”. Il professor Sanchez è un pioniere nello sviluppo di tecnologie altamente innovative per la progettazione, la sintesi e l’elaborazione di materiali inorganici e ibridi organici-inorganici multifunzionali, con significative applicazioni nel campo dell’energia, del risparmio energetico, dell’ambiente e in campo medico.

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I due Premi “Debutto nella ricerca”, riservati a ricercatori under 30 che hanno conseguito il dottorato di ricerca in una Università italiana, sono stati assegnati a Martina Siena e a Nicola Bortolamei.

La tesi di Martina Siena, discussa presso l’Università di Trieste, riguarda la simulazione numerica del flusso di fluidi in giacimenti di olio e gas, un tema estremamente importante per prevedere il comportamento produttivo dei giacimenti. La ricerca di Martina ha proposto un metodo originale per definire la distribuzione delle proprietà osservabili nei mezzi porosi, confermato dall’analisi di dati sperimentali di permeabilità raccolti a diverse scale, in laboratorio e in campo, e su sistemi geologici diversi, ad esempio fratturati e sedimentari.

Nicola Bortolamei ha svolto una brillante tesi di dottorato, discussa presso l’Università di Padova, su metodi elettrochimici per la produzione di materiali polimerici speciali. La tecnica è stata estesa anche a sistemi biologici, e i risultati di questi lavori sono stati pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali.