Giulio Terzi: “I social media non rovesciano le dittature ma sono uno strumento di democrazia”

Il Ministro degli Esteri sottolinea come i social media abbiano la capacità di connettere le coscienze e possano favorire un cambiamento politico

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi è intervenuto al seminario “Digital Media in zone di guerra” sul tema dei social media come strumento di cambiamento politico grazie alle loro capacità di coinvolgere grandi masse di persone in tempo reale. All’incontro ha partecipato il capo dell’Ufficio pubblica informazione del ministero della Difesa, Massimo Panizzi.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

I social connettono le coscienze

Secondo Terzi i social media “possono favorire il cambiamento”. “Facebook e Twitter non possono certo rovesciare le dittature, ma possono connettere le coscienze”, ha specificato il ministro. Le piattaforme social sono diventate quindi “veri e propri strumenti di democrazia” anche se “non mancano i rischi di abuso”. Terzi ha anche sottolineato come sia nacessaria grande “professionalità nel raccontare eventi tragici” che i media tradizionali non documentano, al contrario di quelli social.

Le dittature e i social media

Sono numerosi gli esempi in cui i social media hanno funzionato da mezzo di aggregazione e coordinamento di gruppi volti a rovesciare un regime dittatoriale. Nel Maghreb e in Egitto, dove l’accesso a YouTube è stato sospeso per il film Innocence of Muslim, Facebook e Twitter sono stati fondamentali per le battaglie portate avanti dall’Onda Verde, il movimento di protesta contro i Governi dittatoriali della zona. In Siria il sito di microblogging è utilizzato per aggirare la censura mentre in Cina questo è difficilmente realizzabile perché in Rete quasi tutto è controllato, Google compreso.

Leggi anche:  L’UE rivoluziona il diritto alla riparazione