Google: guai anche in appello per Google Street View

La corte d’appello ha ripudiato la tesi difensiva di Google secondo cui il Wi-Fi è equiparabile ad una “comunicazione radio” liberamente accessibile

Il processo d’appello sul caso dei furti di dati da reti Wi-Fi libere da parte di Street View non è andato come Google sperava. Big G aveva accettato una multa di 7 milioni di dollari negli USA e di 145mila euro in Germania ma sperava di poter far valere le sue ragioni in tribunale.

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Google si difende

Google, la cui TV sembra prossima all’arrivo, infatti afferma che il furto di dati non è stato volontario e che le reti Wi-Fi sono equiparabili alle comunicazioni radio libere e quindi l’intercettazione di informazioni non può essere punita secondo quanto scritto nel Wiretap Act. Il giudice d’appello James Ware e i suoi colleghi non sono però d’accordo con questa tesi.

Un presupposto sbagliato

La corte di San Francisco ha ripudiato interamente la tesi difensiva di Google, che ha inviato all’Ue una nuova proposta per far cadere l’accusa di posizione dominante nelle ricerche, affermando che lo spettro di “comunicazioni radio” come lo intende Big G è troppo ampio rispetto a quello definito dalla legge. Google infatti considera liberamente accessibile non solo le reti Wi-Fi ma anche la radio AM/FM, Bluetooth, comunicazioni cellulari e cordless.

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