BSA/IDC: nuovo studio sull’impatto della pirateria software in Italia

Lo studio di IDC dimostra che ridurre il tasso di pirateria in Italia del 10% in due anni invece che in quattro produrrebbe un incremento del 37% sia nel PIL che per l’Erario

Ridurre la pirateria software crea un effetto domino sull’intero sistema, alimentando nuovi investimenti nella distribuzione e nei servizi collegati all’Information Technology. E più rapida è tale riduzione nel tasso di pirateria, più sensibili ne risultano le positive ricadute economiche: infatti, questa spesa genera nuova occupazione ed entrate fiscali.

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Sono fra i risultati della nuova ricerca promossa da Business Software Alliance (BSA) e realizzata da IDC, leader mondiale nelle ricerche di mercato sul settore IT, che analizza l’impatto di una auspicata riduzione dei tassi di pirateria sui software per PC pari a 10 punti percentuali nei sistemi economici di 42 nazioni.

Lo studio “The Economic Benefits of Reducing Software Piracy” rileva dunque che riducendo l’attuale tasso di pirateria software (pari al 49% in Italia, come indica l’annuale Global Piracy Study) di 10 punti percentuali in un arco di 4 anni si creerebbero ben 7.538 nuovi posti di lavoro nelle nuove tecnologie, circa 3.637 milioni di euro in termini di nuovi volumi d’affari sviluppati e oltre 1.245 milioni di euro di ulteriori entrate fiscali entro il 2013, di cui l’80% rimarrebbe all’interno dell’economia nazionale.

Inoltre, la ricerca stabilisce che detti vantaggi risultano maggiori laddove il tasso di pirateria software venga ridotto in tempi più rapidi: se, ad esempio, l’Italia fosse in grado di ridurre la pirateria del 10% nell’arco di soli 2 anni invece di 4, ciò rappresenterebbe un impulso sia per il sistema economico complessivo che per l’Erario pari al 37%.

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“Ridurre la pirateria informatica è una grande opportunità per offrire nuovi impulsi positivi al nostro sistema economico, il quale – come sappiamo – in questo momento non potrà che trarne grande beneficio”, è il commento di Luca Marinelli, Presidente di BSA Italia.

“Dal momento che la vendita, i servizi e il supporto legati al software generano un’ulteriore domanda di servizi correlati, l’impatto della pirateria si amplia ben al di là del semplice bacino delle società software vendor, danneggiando pesantemente i distributori local e i service provider e sottraendo loro investimenti in grado di generare nuova occupazione, entrate fiscali e benefici per lo sviluppo economico complessivo del sistema”.

“Lo studio di IDC mostra chiaramente che è l’intera economia a trarre vantaggio da una riduzione il più possibile rapida e decisa del (peraltro ancora elevatissimo) tasso di pirateria nazionale”, ha aggiunto Marinelli.

A livello globale, i dati evidenziano che una riduzione della pirateria del 10% nei prossimi 4 anni produrrebbe quasi 100 miliardi di euro in attività economiche incrementali nel raggio delle 42 nazioni oggetto dello studio,sempre con oltre l’80% dei vantaggi che affluirebbero alle economie locali. Tale riduzione creerebbe inoltre circa 500.000 nuovi posti di lavoro ad elevata qualificazione e genererebbe oltre 22 miliardi di euro di nuove entrate per i sistemi fiscali delle rispettive nazioni interessate.

Concentrare i vantaggi di tale riduzione in un arco di soli 2 anni aggiungerebbe ulteriori benefici economici in ragione del 36%, così producendo quasi 135 miliardi di euro in attività economiche incrementali e generandone 30 in termini di nuove entrate fiscali entro il 2013.

Al fine di colpire efficacemente la pirateria del software nel mondo, BSA consiglia le seguenti azioni:

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• Promuovere un’educazione del pubblico sul valore della proprietà intellettuale e le pratiche volte a gestire ed ottimizzare le risorse software attraverso sistemi di software asset management (SAM).

• Implementare il World Intellectual Property Organization’s Copyright Treaty per creare un efficace sistema di protezione legale del diritto d’autore, online e offline.

• Creare un robusto e sostenibile meccanismo di enforcement della proprietà intellettuale, come richiesto dal World Trade Organization’s Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights Agreement, che comprenda vigorosi provvedimenti contro l’infrazione delle norme a tutela delle innovazioni nel campo del software, quali il cloud computing.

• Dedicare risorse all’enforcement delle leggi a protezione della proprietà intellettuale, le quali comprendano la costituzione di speciali unità volte a perseguire tali reati e avanzati sistemi di collaborazione internazionale fra le agenzie impegnate su questo fronte.

• Sostenere l’impegno dei governi nazionali a favore del software legale attraverso attive politiche SAM e promuovere l’impiego di software legale da parte di tutti gli enti pubblici, delle aziende partecipate dallo Stato, dei contractor e dei fornitori della PA.

Lo studio “The Economic Benefits of Reducing Software Piracy” si basa sull’IDC Piracy Impact Model, il quale incorpora ricerche di mercato sull’investimento in risorse IT e la pirateria del software nel mondo, insieme ad informazioni aggiornate sull’occupazione in questo settore e i suoi contributi all’Erario.