Il blackout informatico in Corea del Sud è stato pianificato da Pyongyang

Sale la tensione fra le due Coree. In Giappone e Taiwan si preparano le contromisure per possibili attacchi missilistici mentre Seul accusa la Corea del Nord di essere responsabile dell’attacco hacker che ha paralizzato il Paese il 20 marzo

Su Twitter si è scatenata l’ironia verso Kim Jong Un, il leader maximo della Corea del Nord, ma c’è poco da scherzare. Dopo la minaccia di un attacco nucleare contro gli Stati Uniti, Pyongyang rincara la dose affermando di essere pronta a lanciare i suoi missili Masudan, dalla gittata di 3mila chilometri, contro le maggiori città del Giappone, Tokyo, Osaka o Kyoto, trasformandole “in un campo di battaglia”. Sia Taiwan, che dovrebbe essere fuori portata da un eventuale attacco nordcoreano, sia il Giappone hanno schierato batterie anti-missile Patriot per prevenire ogni possibile minaccia.

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Si combatte anche sul web

Lo scontro fra Corea del Nord e del Sud avviene anche il sul web. Hacker di Pyongyang hanno attaccato diversi portali dei rivali tanto che Anonymous si è sentita in dovere di intervenire per fermare i pirati di Kim Jon Un. Da Seul fanno sapere di essere convinti che il blocco informatico che ha colpito il Paese il 20 marzo è stato “un attacco premeditato e ben pianificato da almeno 8 mesi” da parte dell’Intelligence nordcoreana.

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