L’evoluzione dell’IT ibrido al di là del cloud

Easynet suggerisce 9 punti essenziali che faranno ripensare ai CIO il modello da preferire

Per anni le aziende hanno utilizzato l’IT ibrido in varie forme, per integrare diversi fornitori e diverse soluzioni e hanno dovuto dedicare team di lavoro interni per mettere insieme le varie tessere di questi puzzle, ma solo da poco devono affrontare ambienti così complessi, costosi e difficili da gestire. Si trovano infatti a dover integrare l’IT tradizionale con le nuove tecnologie nate per favorire la crescita del business e soddisfare le esigenze degli utenti e dei nuovi modi di lavorare (collaboration, BYOD, cloud…). Per superare questo gap Easynet suggerisce di fare tesoro dell’esperienza passata e riconoscere i vantaggi dell’IT ibrido, che riduce la complessità e aumenta l’agilità del business, anche oltre le aspettative dei CIO.

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“Si parla spesso dell’evoluzione dell’IT”, dice Paul Cragg, Chief Technology Officer di Easynet Global Services, “e della necessità di cercare modi innovativi per creare maggior valore per la propria organizzazione. Noi ci proponiamo di capire in che posizione e in che modo l’IT può offrire massimo valore al business”.

Secondo i principali analisti, l’IT ibrido sta diventando ‘la nuova normalità’. Si tratta, però, di un concetto che assume sfumature differenti per le diverse organizzazioni. Generalmente, ci si riferisce ad esso come ad un IT che integra diversi cloud da diversi fornitori. Può essere una combinazione di cloud privato e pubblico di un server locale e un servizio cloud, che offre i benefici del private cloud senza i costi proibitivi.

“L’IT ibrido è qualcosa che va oltre il cloud,” aggiunge Cragg. “Anche per i vantaggi che può offrire: si tratta di creare la migliore combinazione di reti, applicazioni e soluzioni cloud per soddisfare le esigenze di business attuali e future, mantenendo i costi ridotti.”

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Alcuni tra i vantaggi significativi di questo approccio:

1. Soluzioni su misura per le esigenze specifiche di business: si tratta di un modello che integra diversi elementi per creare un IT olistico, disegnato sulle necessità della propria organizzazione in cui ogni singolo elemento lavora insieme agli altri in modo simbiotico.

2. A prova di futuro: è possibile non prendere in considerazione l’effetto dell’Internet of Things su alcuni business specifici, ma ancora per poco, con il rischio di dover cambiare totalmente l’impostazione in tempi brevi. Un approccio ibrido prende in considerazione l’interoperabilità futura.

3. Riduzione dei costi: oltre alla connessione a Internet, l’MPLS fornisce un’elevata ampiezza di banda a un costo inferiore.

4. Riduzione della complessità: l’IT ibrido elimina la necessità di gestire più servizi di diversi fornitori, in quanto riunisce i diversi prodotti e li integra.

5. Meno pressione sulla WAN: applicazioni cloud, mobilità e larghezza di banda stanno mettendo pressione sulla WAN, ma con l’IT ibrido, il traffico non critico viene istradato attraverso Internet, liberando la rete MPLS e, infine, migliorando l’esperienza dell’utente.

6. Una migliore esperienza di Unified Communications: grazie a una WAN meno congestionata, gli utenti possono sperimentare un significativo miglioramento della qualità della voce e del video.

7. Controllo efficace: il CIO può mantenere ancora il pieno controllo su determinate risorse e ha accesso alle analisi sulle attività della rete, contribuendo a raggiungere costantemente livelli di performance elevati.

8. Più sicurezza: le aziende devono trattare vari tipi di dati e applicazioni in modo diverso a seconda della loro sensibilità: un’azienda potrebbe preferire una connessione Internet per utilizzare Salesforce, e una connessione MPLS per accedere al cloud privato ospitato in un data center. Firewall on-premise e prodotti di sicurezza basati su cloud sono perfetti per mantenere la sicurezza di aziende con un accesso a Internet multisede.

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9. Accesso più rapido al disaster recovery: soluzioni di disaster recovery basate su un cloud privato e accessibili anche da altri punti, favoriscono la massima tranquillità possibile.

“La chiave per il successo dell’IT ibrido,” aggiunge Cragg, “è trovare il partner/fornitore più adatto. Anche secondo i CIO nostri clienti, se un team IT deve gestire un processo che non possiede in toto, deve avere un rapporto con il fornitore/partner basato sulla fiducia e collaborazione.”

Proprio basandosi su forti relazioni con i clienti, Easynet ha implementato con successo reti ibride per molte organizzazioni globali, come Ambassador Theatre Group, Campofrio Food Group e Sibelco fornendo loro piattaforme gestite sicure, solide e flessibili per le future esigenze di crescita. Smart Application Assurance consente a queste organizzazioni l’identificazione intelligente delle problematiche, l’installazione delle applicazioni e il controllo dinamico delle applicazioni/servizi – il tutto supportato da consulenza continuativa e SMART Response entro 1 ora.

“Questa evoluzione dell’IT induce i CIO a ripensare alle strutture organizzative con uno sguardo aperto e anche creativo,” conclude Cragg. “Non succederà da un giorno all’altro, ma una volta affidatisi all’IT ibrido si ha la migliore combinazione di servizi e una funzione IT unica, olistica e ad alte prestazioni che aggiunge valore a un’organizzazione.”