Niente Lenovo per l’intelligence occidentale

Scoperta una blacklist dei Five Eyes dove sono inserite aziende e software “nemici” tra cui computer Lenovo

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Aggiornamento 31 luglio

Lenovo ha indirizzato una mail alla stampa – dopo la pubblicazione dell’articolo dell’Australian Financial Review – segnalando che il Dipartimento della Difesa Australiano ha smentito, in una nota ufficiale , l’esistenza di alcun blocco (ban) ai danni di Lenovo e dei suoi prodotti, tanto per i sistemi “classified”, cioè quelli di massima sicurezza, quanto per tutti gli altri.

Invece, secondo l’Australian Financial Review, l’azienda cinese Lenovo sarebbe stata bandita dalla possibilità di fornire soluzioni hardware alle reti di servizi di intelligence della difesa del Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Canada e Nuova Zelanda. La notizia è stata resa nota da un’inchiesta dell’Australian Financial Review pubblicato durante l’ultimo fine settimana. Nel rapporto si legge che il produttore orientale è in una lista nera tenuta dal team dei Five Eyes, composto dalle nazioni di cui sopra.

Non aprite quel Lenovo

Pare che il divieto sia stato introdotto nella metà degli anni 2000 dopo intensi test di attrezzature made in Lenovo, che probabilmente contenevano backdoor e vulnerabilità a livello di software. Questi bug sarebbe stati introdotti per permettere ai servizi di intelligence di accedere alle macchine senza che l’utente finale se ne potesse accorgere. “Lenovo continua ad avere un grosso appeal sui clienti governativi – ha detto l’azienda – stiamo cercando di capire meglio la situazione e vi terremo aggiornati”.

La via cinese?

Lenovo non è l’unica società di computer ad incontrare problemi con i governi occidentali. Huawei, un’altra azienda di elettronica cinese, è sotto inchiesta nel Regno Unito a causa delle preoccupazioni circa la sicurezza del suo hardware e dei servizi di rete riscontrati in un centro di sicurezza informatica britannico.

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