A Novell va sicuramente riconosciuto il merito di essere, nella storia dell’informatica, arrivata per prima con idee innovative che hanno saputo dare una risposta adeguata alle esigenze di mercato in un determinato momento.
I primi file e print server, che i più vecchi ricordano, per reti di personal computer portavano il marchio Novell. Ma l’ingresso prepotente di Microsoft in questo settore con le prime versioni server di Windows costrinsero l’azienda a muoversi in altre direzioni. Venne dunque il momento dei servizi di directory. Anche il quel caso, Microsoft si inserì nel segmento con Active Directory. La scelta dunque di sposare Linux e l’acquisizione di Suse da parte di Novell può essere letta come il tentativo dell’azienda di giocare di nuovo un ruolo prioritario nel settore del software di base.
La versione 11 di Suse, sia quella Enterprise, che quella desktop, colpiscono immediatamente per una serie di fattori, il più importante dei quali è il permettere agli utenti aziende di ogni dimensione di avere a disposizione strumenti open source in grado di realizzare una rete completa dal desktop al mainframe. Con una strategia diversa da Microsoft, Novell, dopo aver sperimentato e collaudato nuove tecnologie con i propri clienti domestici (OpenSuse), le ripropone al mercato enterprise. Quello che salta immediatamente all’occhio è il grosso sforzo di realizzare un ambiente che, oltre a garantire una gradevolezza grafica di tutto rispetto, si spinge in direzione della semplificazione dell’installazione e della configurazione.
Inoltre la scelta di far uscire pressoché in contemporanea la versione enterprise e quella desktop conferma una realtà che tutti conosciamo, ovvero che in fondo il prodotto è unico e quello che cambia sono i vari pacchetti e le diverse personalizzazioni, a garanzia di una massima compatibilità e convivenza.
Se da una parte quindi Microsoft con la versione Server 2008 ha riscoperto il ruolo del server, dando una versione senza interfaccia grafica, dall’altra Novell sembra aver puntato pesantemente su una GUI in grado di facilitare attraverso uno strumento integrato la configurazione sia dell’hardware che de software quasi a voler esorcizzare la paura di molti di scontrarsi con complesse stringhe di comandi a cui corrispondono un numero ancor maggiore di specifiche, che da sempre hanno caratterizzato il mondo Unix prima e quello Linux dopo. A colpire subito è una gestione centralizzata di tutta la rete con un interfaccia grafica di tutto rispetto. E lo sforzo di semplificazione anche dal lato client lo si denota con il riconoscimento automatico di periferiche(anche chiavi per connessioni UMTS) senza la necessità di installare nessun driver aggiuntivo.
Anche dal lato della virtualizzazione il gioco di Novell è abbastanza duro ed efficace. Da un lato l’ottimizzazione del sistema affinché possa avere le massime prestazioni anche nella versione “virtuale”, dall’altra l’adozione di una macchina virtuale di tipo open source in grado di trasformare il sistema in un server per altri sistemi operativi. E se da una parte una scelta di questo tipo incrementa ancora il numero di standard sul mercato per le macchine virtuali, dall’altro svincola l’utente dal fornitore unico.
Ma la strategia per dare all’utente un’alternativa monovendor alle reti Microsoft non si ferma qui. A breve dovrebbe essere messo a disposizione degli utenti un sito che permetterà di realizzare una distribuzione personalizzata dei vari prodotti Suse. Basterà connettersi a questo, scegliere i componenti desiderati, aggiungere eventualmente le proprie applicazioni, e il gioco è fatto. E ancora prima di scaricarla, masterizzarla e installarla, sarà possibile testarla direttamente dal sito, dalla finestra del browser.
E per completare l’opera, accanto all’ultima versione di Open Office, una serie di strumenti per garantire, almeno a livello business la massima compatibilità con il mondo Microsoft. Accanto all’immancabile Virtual Java Machine, un prodotto .Momo (.Net su Linux) in grado di far girare applicazioni fino ad oggi relegate alla piattaforma Windows. Questo, insieme all’ottimizzazione per l’ambiente Sap, fa di Suse un ambiente di tutto rispetto per le applicazioni, sia lato client che lato server.
Certo molte difficoltà e limiti del mondo Linux continuano a persistere, la prima delle quali è la grande varietà di distribuzioni. Quello comunque che oggi è certo è che è possibile realizzare una rete completamente Open Source, avendo il supporto (la distribuzione Linux continua a rimanere gratuita) da un unico distributore, e con un’interfaccia grafica più che adeguata. Sarà sufficiente questo a spingere a fare il grande salto? Qualche realtà,anche italiana come Ansaldo STS, l’ha già fatto, sfruttando proprio questa piattaforma.
Insomma, Linux, dopo aver, per alcuni versi, conquistato la periferia della rete, ora con Novell punta al centro della rete.