Oracle: la new generation del database

Grazie alla nuova versione del proprio prodotto di punta, progettata per il cloud, la multinazionale attua un vero mutamento di paradigma nell’information management. E lo fa portando innovazione, ma al contempo semplificando la gestione del database e riducendo i costi: una strategia considerata vincente per il mercato italiano

La “formula magica” si chiama architettura “multitenant” e rappresenta un vero e proprio “cambio architetturale”, col quale avviene cioè un “mutamento di paradigma nell’information management”. Così si è espresso Fabio Spoletini, country leader technology di Oracle Italia, alla presentazione ufficiale del nuovo Oracle Database 12c, il primo progettato per il cloud, già disponibile per il download su OTN (Oracle Technology Network).

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Una nuova versione del prodotto di punta della società che sarà anche oggetto di un apposito roadshow dedicato al mercato italiano, con eventi a Milano e Roma (rispettivamente a La Triennale e al The Space Cinema – Roma Moderno i prossimi 9 e 11 luglio).

Ribalte decisamente meritate, quelle della neo “major release” del primo database aziendale nel globo, stando sempre alle parole di Spoletini, perché frutto di un progetto di sviluppo durato cinque anni e che ha visto oltre 2.500 anni-uomo dedicati e 1,2 milioni di ore di test, assieme a un programma beta che ha coinvolto numerosi partner e clienti della multinazionale, specie negli Stati Uniti.

Ne sono risultate ben 500 nuove feature, ma soprattutto la creazione di un prodotto in grado di semplificare il consolidamento dei database nel cloud, dando modo alle aziende di gestire centinaia di database come fossero uno solo, senza alcuna modifica delle applicazioni. Il che può facilitare sia le imprese impegnate a implementare cloud di database privati che i produttori di applicazioni SaaS.

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E questo grazie appunto alla citata architettura multitenant con la quale, ha rimarcato Spoletini, si ha “un unico programma in cui s’innestano i vari contenitori di dati, del tutto indipendenti gli uni dagli altri, così da non avere alcun impatto sulle applicazioni e consentire una gestione semplificata dei database stessi”. Semplificazione che si traduce in “riduzione di costo e utilizzo ottimale delle risorse hardware, e quindi considerevole diminuzione del TCO”.

Ma non è tutto. In virtù delle nuove funzionalità introdotte, i vantaggi dell’Oracle Database 12c vanno altresì nell’ottica di un’ottimizzazione automatica dei dati e dell’elevata sicurezza dei medesimi, così come della massima disponibilità per i cloud di database e della efficiente gestione dei database stessi (grazie all’integrazione con Oracle Enterprise Manager 12c Cloud Control), nonché dell’analisi semplificata dei big data.

Tutte esigenze provenienti dalla clientela, ha sottolineato Spoletini, delle quali Oracle ha tenuto conto e cui è stata capace di rispondere con una release che “porta innovazione e nel contempo semplifica e diminuisce i costi”. Elementi chiave, continuamente ribaditi dal manager e su cui si fonda la nuova realizzazione, che trovano inoltre una loro amplificazione all’interno dei sistemi ingegnerizzati, ove il database accentua le sue caratteristiche.

Una strategia, quella enfatizzata da Spoletini, che quest’ultimo in conclusione ha definito “vincente in Italia”, perché “può liberare risorse da destinare a nuovi progetti da parte delle aziende: nuovi progetti di cui oggi nel Paese abbiamo un gran bisogno”.