Più passano i secoli e meno l’uomo è intelligente

A prescindere dall’epoca, tutti sin da piccoli si sono sentiti dire “Smettila di stare davanti alla TV/computer, ti rimbabisce!”. Uno studio della Stanford University dimostrerebbe che nel corso dei secoli l’umanità ha visto diminuire le proprie capacità cognitive.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Lo stop dell’evoluzione ha fermato la crescita dell’intelligenza

La perdita di intelligenza dell’uomo è da addebitare alla mancanza della necessita di evolversi. Quando l’uomo ha scoperto l’agricoltura e ha cominciato a costruire insediamenti sempre più grandi, la sua spinta evolutiva si è esaurita, cosa che ha fermato la crescita dell’intelligenza.

“Lo sviluppo delle nostra abilità intellettive e l’ottimizzazione di migliaia di geni legati all’intelligenza probabilmente si verificò in alcuni gruppi di individui, in una fase relativamente non verbale, che vivevano prima dell’epoca in cui i nostri antenati vennero fuori dall’Africa”- spiega Gerald Crabtree, uno degli autori dello studio – . Dopo quel momento, l’intelligenza ha vissuto un progressivo declino”.

Non siamo più intelligenti dei nostri avi cacciatori/raccoglitori

Secondo Crabtree i geni che determinano l’intelligenza sono fra 2mila e 5mila e sono particolarmente suscettibili alle mutazioni. I fattori ambientali sono la molla che fa scattare questi cambiamenti genetici. Infatti, sebbene le nostre capacità cognitive non siano superiori a quelle dei nostri antenati agricoltori, negli ultimi 100 anni, il quoziente intellettivo medio della popolazione mondiale è aumentato esponenzialmente, probabilmente a causa della migliore nutrizione e della ridotta esposizione del cervello a inquinanti chimici come il piombo.

Una mano ci viene dalla tecnologia

Molti contestano i risultati dello studio affermando che l’intelligenza non è sparita, si è solo diversificata. Azioni che prima richiedevano uno sforzo intellettuale non indifferente, come procacciarsi il cibo e sfuggire ai predatori, hanno perso di significato in epoca moderna. Certamente un valido aiuto per sopperire alla mancanza di capacità cognitive ci viene dalla tecnologia, ma non dal suo abuso, come ci hanno ricordato in tenera età i nostri genitori. A Robotica 2012 è stata intavolata una discussione sui cyborg, l’ibrido uomo-macchina. Nel futuro con ogni probabilità saranno le macchine a pensare per noi, tanto è vero che si parla di AI, intelligenza artificiale. Che poi sia una cosa giusta o meno sarà solo il tempo a dirlo…

Leggi anche:  BTicino vincitrice al Bando CONAI per l’ecodesign 2023