Twitter omaggia Massimo Troisi: “Non ci resta che rimpiangerti”

A vent’anni dalla prematura scomparsa di Massimo Troisi, che aveva sconvolto il mondo dello spettacolo il 4 giugno 1994 quando l’attore napoletano era stato stroncato da un infarto a soli 41 anni, oggi Twitter lo ricorda con affetto e rimpianto, in un fiume di meravigliose citazioni. 

Nato a San Giorgio a Cremano il 19 febbraio 1953, Troisi aveva conquistato il cuore di un pubblico vastissimo divenendo l’attore napoletano più amato dopo Totò. La sua tragica scomparsa mentre si trovava a Ostia a casa della sorella Annamaria, ha lasciato un vuoto che ancora pesa a distanza di vent’anni. Attore, regista e sceneggiatore italiano, Massimo è stato l’esponente di spicco della nuova comicità napoletana, portata alla ribalta dal gruppo teatrale La Smorfia nella seconda metà degli anni settanta, insieme a Lello Arena ed Enzo Decaro.

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Il ruolo indimenticabile per cui tutti certamente lo ricordano e che gli valse la candidatura come miglior attore nel 1996 è quello del protagonista de Il postino, che fu anche la sua ultima interpretazione.

Un fiume di citazioni

Come ricordare l’attore napoletano se non attraverso le sue stesse battute? Ecco quindi sgorgare su Twitter un inarrestabile fiume di parole per Massimo, citazioni, commenti e ricordi dei suoi numerosissimi fan.

Parte così un tam tam virale di frasi tratte dai suoi film cinguettate attraverso il social, di cui una particolarmente significativa, esprime a pieno il dolore per la perdita dell’attore: “Troisi, non ci resta che rimpiangerti”.

Qualcuno dichiara che Twitter sarebbe debitore del ‘Pulcinella di San Giorgio a Cremano’: “con la battuta sul nome del figlio ‘Ugo e non Massimiliano’ ha anticipato i 140 di Twitter”.

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“Ricordati che devi morire!’. ‘Ah si’, moh… me lo segno”.

Ma lasciamo parlare le citazioni, che valgono più di mille spiegazioni.
Qui di seguito eccone solo alcune, pescate in mezzo al mucchio di battute che continuano a fiorire di minuto in minuto:

“Quando c’è l’amore c’è tutto’. ‘No, chell’ è… ‘a salute”.

“Avrei voluto Andreotti come padre, perché è un ingenuo: di mafie e servizi segreti non ha mai scoperto nulla”.

“Chi fugge sa da cosa fugge, ma non sa che cosa cerca…”.

“Se uno è imbecille prima, quando avrà successo, diventa ancora più imbecille”.

  ‘Ma che conosci a Lello?'”.

“No padre, mi sento abbattuto, triste, non lo so, nun c’ha facc a vede’ altra gente che piange… Se a Madonna rideva, venivo”.

“Robe’, t’hann chiuso dint’ ‘a stu’ museo, tu devi uscire, va’ mmiezo ‘a strada, tocc ‘e femmene, va a rrubba’, fa chello che vuo’ tu!”.

“‘Tu la vita la devi prendere come viene’. ‘Ma io la piglio come viene, solo che a me viene sempre ‘na chiavica!'”.

“Per far arrivare i treni in orario mica c’era bisogno di nominare Mussolini capo del governo, bastava farlo capostazione”.

“Abbiamo pensato che a mamma le regaliamo la televisione: 5000 lire io, 5000 lire lei e 500mila lire tu”.

“‘Ricominci da zero?’. ‘No da tre.. io tre cose buone le ho fatte, perche’ devo ricominciare da zero?'”.

E non si può che concludere con:

“‘Ricordati che devi morire!’. ‘Ah si’, moh… me lo segno'”.