Metodologie innovative nella Bi

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Le attuali incertezze di mercato fanno crescere la domanda di soluzioni per un’analisi avanzata sui dati. L’evoluzione degli strumenti, da tool per statistica e reporting a evoluti sistemi di Bi e Business analytics. Ecco alcuni esempi di benefici qualitativi e quantitativi riscontrati in ogni settore di mercato

Le metodologie di Bi e, in particolare, le Business analytics, da tecnologie e soluzioni di nicchia, appannaggio del top management, o al limite utilizzate anche dall’It, sono diventate un vero e proprio motore di innovazione per tutta l’organizzazione aziendale, dal marketing alla produzione, dalle risorse umane alla R&D. Secondo uno studio di IDC (www.idcitalia.com) la domanda di questi strumenti è prevista in espansione. La necessità di poter vedere dei benefici si fa ancora più rilevante in presenza degli attuali difficili scenari economici, che spingono i decision maker a fare affidamento su analisi basate su dati concreti, e a non fidarsi del proprio intuito o della propria esperienza. Le incertezze e le turbolenze attuali hanno intensificato la necessità di informazioni tempestive, precise e rilevanti per prendere corrette decisioni aziendali e, nonostante i tempi difficili, una percentuale significativa delle organizzazioni intervistate stanno già pensando a una Bi più pervasivamente disponibile, cioè usufruibile da un’ampia gamma di soggetti, non solo dai manager, ma anche dai livelli non executive. Le soluzioni Bi e di Business analytics non sono del tutto nuove, ma solo oggi stanno trovando una vera diffusione generalizzata. Secondo IDC, l’evoluzione del mercato, che sembra essere caratterizzato da cicli della durata di 15 anni, mostra la continua integrazione di nuovi elementi. Quelli che in origine erano singoli strumenti statistici e di reporting si sono evoluti in suite più ampie di elementi che rispondono alle esigenze di integrazione dati, immagazzinamento dati, query e reporting, analisi avanzate, insieme a componenti affini che all’interno dell’azienda soddisfano requisiti organizzativi profondamente diversi tra di loro, dalle funzionalità Mdm (Master data management) alle funzionalità di avvisi in tempo reale. Alla luce di queste tendenze, IDC ritiene che il mercato abbia cominciato a concentrarsi su una maggiore diffusione delle soluzioni Bi solo nel corso degli ultimi 15 anni, vale a dire durante l’attuale ciclo economico.

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La tavola rotonda con i fornitori

Come mai cresce l’interesse degli end user per le analytics, e il loro utilizzo nelle organizzazioni, anche nello scenario economico attuale, lo abbiamo chiesto ai principali fornitori del mercato.

In quali settori vedete più interesse per la Business analytics? Come si sono evolute le richieste in questo periodo di crisi?

Secondo Massimo Pellegrino, vice president, Emea sales & delivery Business Intelligence Solutions di HP (www.hp.com/go/bi), «gli investimenti in ambito Bi non hanno subito rilevanti contrazioni nell’ultimo biennio. Le aziende continuano a dotarsi di questo tipo di soluzioni per migliorare l’efficienza, aumentare il vantaggio competitivo, la revenue assurance e la profittabilità, pur essendo più accorte sui propri investimenti e richiedendo sempre più business case e analisi dei Roi attesi. Il ruolo delle analytics rappresenta ormai una best practice nella struttura di Bi, area in cui HP ha acquisito una competenza specifica seguendone la naturale evoluzione dai tempi del data mining. I settori più dinamici sono telco & media e i-finance, in particolare il credito al consumo e i parabancari, seguiti dall’energy e utilities anche grazie all’impeto dei mercati liberi. Meno attivi sono invece il largo consumo, la Gdo e il pharma». «In epoca Web 2.0, in cui le Web community, i social network, il patrimonio sempre più ampio di informazioni endogene ed esogene portano le aziende a voler conoscere i feedback dei propri clienti (e non) – aggiunge Pellegrino -, l’applicazione più diffusa è la Customer intelligence, in particolare la componente di enhancement analitico. L’intelligenza analitica può fare la differenza anche nei processi produttivi a livello di supply chain intelligence e predictive asset maintenance, nonché per la tematica del forecasting e della “what if analysis” nelle sue svariate accezioni, dal tradizionale sales & planning, all’energy demand planning».

Per Emanuela Sferco, direttore marketing di SAS (www.sas.com/italy), le Business analytics sono strategiche per tutti i settori. «Nelle banche, per esempio, per rinnovare il proprio sistema di rating in conformità con Basilea e Banca d’Italia; nelle assicurazioni per supportare il management nella transizione verso Solvency II. In ambito farmaceutico, si utilizzano soluzioni analitiche e di signal detection per ottimizzare il processo di sviluppo del farmaco. Nelle utility e nel mercato dell’energy, per rispondere alle esigenze di previsione della domanda; nella Gdo per permettere di evitare errori nel processo di pianificazione del display in ottica di space and location. Nella Pubblica amministrazione e nella sanità, vengono utilizzate soluzioni analitiche per l’organizzazione e il miglioramento dei processi interni, e per il controllo e la previsione delle performance di enti e amministrazioni per pianificare al meglio interventi futuri in ottica Brunetta. Nonostante la congiuntura economica, molte aziende hanno compreso che l’innovazione supportata dalla Bi è la sfida su cui puntare oggi».

Dello stesso avviso Luca Bregaglio, responsabile sviluppo business in Iconsulting (www.iconsulting.biz): «Le analytics vedono applicazioni sempre più ampie e diversificate, e dai comparti tradizionalmente più sensibili come telco e finance, la domanda si espande in settori quali consumer goods, retail, e altri. La crisi ha rallentato le scelte di investimento, ma quelli in Bi e Business analytics ne hanno risentito meno perché valutati come strategici e necessari per la competitività e il rilancio proprio in momenti di difficoltà».

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Sulla stessa lunghezza d’onda anche Romeo Scaccabarozzi, president di Axiante (www.axiante.com): «I settori di business più ricettivi sono quello insurance, che le utilizza per ampliare la rosa dei servizi proposti ai clienti, e quello dei beni di largo consumo e del retail, che ha la necessità di acquisire una conoscenza sempre più precisa del comportamento dei consumatori. In un momento di incertezza economica quale quello attuale, le Business analytics, da “applicazioni” di nicchia, stanno attualmente attraendo molti investimenti, poiché occorre essere pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno al momento della ripresa. Le aziende che hanno capito questo sono in prima fila nell’investire in Business analytics. Il successo di queste soluzioni passa, però, da una progettazione e realizzazione ottimizzata del sistema di enterprise datawarehouse, che rappresenta il punto massimo di integrazione dell’organizzazione e l’elemento discriminante per il successo dei progetti innovativi di Bi».

Concorda Manuel Vellutini, executive vice president e chief operating officer di Tagetik (www.tagetik.it) che sostiene che «è sempre più forte la necessità di analizzare e pianificare su ambiti operazionali. Per questo, Tagetik ha investito nello sviluppo di funzionalità volte a una maggiore comprensione e pianificazione del business, grazie anche a una stretta integrazione con gli strumenti di Bi, collaborazione e comunicazione della piattaforma Microsoft (come SharePoint). In particolare, le aree su cui stiamo fortemente lavorando sono pianificazione e analisi delle vendite, dei costi e degli investimenti It, Hr e controllo dei costi di produzione per le aziende manifatturiere. Questi investimenti di prodotto sono legati a precise esigenze in tutti i settori di mercato in quanto, nell’attuale momento di crisi, diventa fondamentale non solo analizzare i dati finanziari, ma scendere nel dettaglio delle variabili e dei driver sottostanti che li hanno determinati».

«In uno scenario come quello attuale, in cui il mercato attraversa una fase di crisi piuttosto evidente, Bi e Business analytics sono strumenti che permettono di raggiungere un livello di competitività maggiore, migliorando le performance a fronte di una riduzione dei costi – aggiunge Davide Boggian, direttore sviluppo area PMI – Hospitality – Beauty – Retail – SIA di Passepartout (www.passepartout.net) -. La Business analytics, un tempo a solo appannaggio di grandi aziende, sta diventando un’esigenza sempre più diffusa anche per piccole realtà e in tutti i settori. Analizzare i dati per ottenerne delle informazioni è una necessità di mercato, particolarmente in momenti di crisi in cui gli investimenti non possono che essere estremamente mirati. Oltre ai settori come le Pmi dove la richiesta di Bi è in crescita, anche nei settori verticali come quello dell’ospitalità, della ristorazione, delle beauty farm la richiesta è in aumento, a dimostrazione della sempre maggiore attenzione all’analisi».

è d’accordo anche Angelo Cian, responsabile soluzioni di Business intelligence di Zucchetti (www.zucchetti.it): «Le aziende più interessate alla Business analytics sono quelle del settore servizi, che più di altre hanno la necessità di comprendere le dinamiche interne per effettuare budget previsionali. Tuttavia, anche in conseguenza della crisi, gli stessi clienti hanno capito che la Business analytics è efficace solo quando è una componente di un sistema di Bi già strutturato. Le analisi predittive che si basano, infatti, su informazioni che non rappresentano i fattori chiave del business sono più dannose che utili. In sostanza, solo dopo aver trovato i parametri corretti secondo cui analizzare il business ed esteso la Bi a tutti gli utenti che la devono utilizzare si possono predisporre algoritmi statistici in grado di “prevedere il futuro” con una discreta attendibilità».

Secondo Antonio Gambrara, software development director di Xtel (www.xtel.it), «nell’ambito dell’automazione dei processi commerciali, le istanze delle aziende produttrici del largo consumo si sono evolute negli ultimi anni da un orientamento verso soluzioni di tipo prettamente transazionale al privilegiare strumenti dotati di capacità analitiche, predittive e di ottimizzazione. Un’evoluzione che trova giustificazione nello sviluppo del mercato Cpg (Consumer packaged goods, ndr), che ha reso obbligatorio per le aziende produttrici governare al meglio le performance commerciali. Le aziende hanno bisogno di strumenti atti a misurare e prevedere i risultati commerciali e capaci di individuare iniziative ottimali. Inoltre, queste capacità devono essere collegate alla parte transazionale per permettere interventi tempestivi sull’azione di vendita».

«In risposta a ciò – spiega Gambrara -, Xtel ha ideato una piattaforma per la gestione della performance commerciale che offre una ricca libreria di Kpi, creati appositamente per il settore del largo consumo. L’andamento di ogni Kpi può essere riferito sia ai processi operativi di base che agli indici finanziari definiti al livello corporate. In più, è possibile accedere ai Kpi e visualizzarli sia attraverso cruscotti, che offrono dei percorsi di analisi guidati ed esaustivi, sia tramite il sistema transazionale. La soluzione Xtel è stata progettata utilizzando la suite di Business Objects, ritenuta la più completa e più diffusa tra le aziende produttrici, che quindi possono trarre vantaggio anche dall’uniformità dell’architettura».

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«Le soluzioni di Business analytics e, più in generale, di Bi – racconta Veronica Biagi, product manager sistemi di sintesi di Cedacri (www.cedacri.it) – consentono alle banche di ottenere dai dati a disposizione un numero elevato di informazioni che, opportunamente organizzate e gestite, permettono di indirizzare in modo più proficuo gli obiettivi, massimizzando i risultati di business e riducendo al minimo la dispersione di risorse».

«Particolare attenzione viene data in questo momento alle istanze legate alla pianificazione e al controllo di gestione – aggiunge Biagi -: per questo noi, in partnership con ZEB Control, stiamo promuovendo un’applicazione d’eccellenza: si tratta di una piattaforma integrata e modulare che consente di avere una gestione di gruppo oltre che di singola banca, di attualizzare tutti i cash flow e di beneficiare della massima flessibilità nell’analisi e nell’attribuzione dei costi. A queste caratteristiche si aggiunge la possibilità di effettuare analisi di dettaglio sui singoli rapporti in modo guidato e con tecniche di data quality che assicurano la massima affidabilità sui dati. Con un front end potente e flessibile è inoltre possibile pubblicare un tableau de board per la direzione e dei report standard e personalizzati che indirizzano in maniera intuitiva e immediata le analisi della struttura centrale e periferica. Il potente motore di calcolo su cui è sviluppata la piattaforma consente anche l’integrazione di varie funzionalità quali: reporting direzionale, reporting commerciale, cost allocation, pianificazione strategica e pianificazione operativa».

Le risposte di tutti sembrano concordare su due punti essenziali: primo, le richieste di Bi e Business analytics non hanno sofferto riduzioni dovute alla crisi, che anzi è uno dei motivi che spinge le organizzazioni a dotarsi di strumenti analitici evoluti; secondo, tutti i settori mostrano interesse per queste tematiche.

Quali benefici registrano i vostri clienti nell’utilizzo degli analytics? Potete citare qualche caso concreto?

Per Silvia Fraschetti, responsabile commerciale di Bicon3 (www.bicon3.com) «i settori più innovativi richiedono soluzioni di Bi sempre più evolute: attraverso un sistema di Business analytics diviene possibile una reale esplorazione del dato e delle sue dinamiche future, attraverso strumenti innovativi è possibile interrogare la mole di dati per rispondere in tempo reale ai quesiti del business. Anche nel settore sanitario il management richiede strumenti di analisi innovativi, che lo supporti nella ricerca di risposte a domande da cui dipende evidentemente anche il benessere dei pazienti. In quest’ottica l’Istituto Europeo di Oncologia ha lanciato a Bicon3 la sfida di ottenere una maggiore conoscenza delle componenti strategiche della gestione dell’Istituto, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse mediche e migliorare il livello di servizio. L’esigenza era di fruire di strumenti che supportassero il processo di identificazione e comprensione dei fenomeni celati nella mole di dati clinici e finanziari. Bicon3 ha proposto MagnaView, soluzione di analisi visuale che sfrutta avanzate funzionalità di rappresentazione del dato, permettendo all’utente di gestire enormi quantitativi di dati, di rappresentare un numero maggiore di variabili e infine d’interpretare risultati e tendenze attraverso uno specifico output grafico, facilmente leggibile con un solo colpo d’occhio».

«Grandi Salumifici Italiani con SAS è riuscita a migliorare il processo di gestione delle informazioni, inserendole in un sistema che ne riduce il margine d’errore – ci dice Emanuela Sferco . Questo ha portato alla riduzione dal 2% all’1% dell’incidenza dello slow moving (smaltimento dei prodotti in eccesso, vicini alla scadenza, che vanno venduti a prezzi bassi generando perdite, ndr) e dal 3% all’1% dei mancanti a picking, cioè quando viene fatto l’ordine, ma manca il prodotto; una situazione che si traduce in mancata vendita al cliente e, di conseguenza, al consumatore, oltre che in costi per l’azienda».

«Tra i nostri 2.500 clienti uno di quelli che ha tratto più vantaggi dagli analytics è Sviluppo Sistema Fiera, la società che ha seguito l’intero progetto di trasformazione del sistema fieristico milanese – racconta Cian (Zucchetti) -. Con la nostra soluzione, InfoBusiness, i project manager della società possono compiere analisi previsionali sulle commesse sfruttando la storicizzazione dei dati pregressi, monitorare i vari stadi del progetto e verificare poi a consuntivo i risultati. La realizzazione del sistema ha portato un miglioramento della velocità e della capacità di analisi e una maggiore autonomia di gestione».

«In generale la possibilità di realizzare simulazioni, analisi di marginalità e forecasting più accurati e dettagliati sono elementi di grande valore per i nostri clienti in tempi di incertezza – spiega Bregaglio (Iconsulting) -. Un nostro importante cliente dell’ambito Gdo sta implementando in via sperimentale algoritmi predittivi per meglio definire i cluster dei consumatori. Questo gli consentirà, attraverso l’incrocio di grosse moli di dati, di meglio capire cosa è accaduto in passato, cosa sta accadendo in questo momento e cosa ha influenzato, influenza oggi e influenzerà la volontà di acquisto dei consumatori nel prossimo futuro».

«Il beneficio riscontrato presso Grunenthal-Italia, azienda farmaceutica multinazionale, è stato la fruibilità estremamente rapida dei dati aziendali con conseguente abbattimento dei tempi di analisi – aggiunge Scaccabarozzi (Axiante) -. Altro caso molto interessante è la realizzazione di un progetto per un’organizzazione leader nel retail: il primario beneficio ottenuto è stato quello di risalire e navigare agevolmente la notevole mole di dati provenienti dagli scontrini dei consumatori».

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«La nostra piattaforma – ci dice Pierpaolo Muzzolon, marketing director di MicroStrategy (www.microstrategy.it) – supporta capacità di analisi avanzata e predittiva che consentono agli utenti di eseguire analisi come hypothesis testing, churn prediction e modelli di customer scoring all’interno di un’unica interfaccia Web. Ciò è quanto avvenuto e avviene tutti i giorni in Unopiù, dove il percorso verso la Bi e in particolare verso MicroStrategy è iniziato circa cinque anni fa. L’esigenza che ha fatto da motore per la ricerca di una soluzione evoluta era il bisogno di un sistema di reportistica veloce e flessibile. Dopo un primo periodo di sviluppo, il sistema di Bi MicroStrategy ha coperto il 75% delle esigenze di reporting del reparto vendite, una buona parte delle esigenze del marketing eseguendo anche una serie di analisi ascrivibili alla contabilità, come il fatturato e la scontistica. I tempi di sviluppo di nuovi report sono più che dimezzati rispetto al passato, il software è facile da usare e anche da personalizzare, e la gestione centralizzata richiede risorse It inferiori rispetto ai prodotti concorrenti». «Il rapporto qualità/prezzo del software – aggiunge Muzzolon – ha giocato un ruolo fondamentale: il costo di partenza è infatti più basso della media, e questo ci ha permesso di far accettare meglio l’investimento da parte del management. La velocità di sviluppo ha consentito di poter mostrare i primi risultati già dopo pochi mesi, in modo da superare la barriera culturale e psicologica che spesso pregiudica la partenza di molti sistemi di Bi».

«Costa Crociere aveva la necessità di supportare i processi di budget e forecasting mensile, automatizzare le attività e governare meglio i processi finance, accrescendo la visibilità sui dati finanziari – racconta Vellutini -. Con Tagetik 3.0, la compagnia di crociere è in grado di realizzare il budget e il forecasting a livello di singola “cruise” e gestire le variabili relative ai viaggi (nave, area, itinerario, effetto cambi, effetto volumi, effetto prezzi) con benefici significativi, tra cui l’analisi delle varianze e la maggiore giustificabilità del dato, con un valore aggiunto in termini di efficienza quantificabile nel risparmio di una risorsa».

«Biondi Santi, leader nel mondo per la produzione del Brunello di Montalcino – conclude Boggian – utilizza Passepartout Business Intelligence dal 2004, per rendere disponibili sofisticate analisi di dati di vendita e potenziale a servizio della direzione commerciale e delle forza vendita sul territorio, per massimizzarne l’efficienza. Il sistema ha permesso così di automatizzare delle funzioni prima manuali con un notevole risparmio in termini di tempo e costi e massimizzando l’efficienza».

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Le organizzazioni che gestiscono servizi di pronto intervento – quali emergenza sanitaria, vigili del fuoco, forze dell’ordine – o la Protezione Civile hanno la necessità di valorizzare il patrimonio informativo, contenuto negli archivi storici dei loro sistemi, integrandolo con i dati di evento real time  per ottenere una maggiore Situational Awareness e poter prendere le decisioni corrette nel corso delle operazioni. Ma spesso i dati storici sono poco comprensibili perché inseriti in database dalla struttura complessa o in sistemi che non comunicano tra loro (“Information Silos”) o in sistemi che hanno reportistiche poco efficienti. La soluzione Intergraph Business Intelligence for Public Safety, realizzata da Intergraph (www.intergraph.com/global/it) in collaborazione con Business Objects (SAP), permette di passare dalla mera “risposta” al “Proactive Planning”.

«Questa soluzione consente di incrementare la collaborazione interagenzia e la generazione rapida di report significativi il tutto all’interno di un robusto framework che garantisce la sicurezza dei dati sensibili e interfacce intuitive e Web based – spiega Andrea Fiduccia, project manager security, government & infrastructure di Intergraph Italy LLC -. Oltre a cruscotti, dashboard e diagrammi (direttamente linkabili sul desktop), la soluzione prevede specifici moduli di data mining che sfruttano algoritmi avanzati di analisi geografica dei dati e che presentano le sintesi informative sotto forma di mappe tematiche distribuite mediante Web service e applicazioni Web-Gis. Nel mondo, una persona su dodici è “protetta” da sistemi Intergraph».

La soluzione BI for Public Safety costituisce un importante fattore di differenziazione e successo per le suite Intergraph per le Sale Gestione Emergenza (Intergraph Computer-Aided Dispatch I/CAD) e per le Sale Crisi (Intergraph Planning and Response For Emergengy Operation Center) come dimostrato nei progetti recentemente aggiudicati del Pennsylvania Turnpike Commission Traffic Operations Center (Ptc-Toc) in Usa – sistema interagenzia (vigili del fuoco, emergenza sanitaria e polizia) che gestisce quotidianamente 400 interventi e 11mila comunicazioni radio – e, in Europa, del sistema integrato di sale controllo della Polizia della Sassonia (13 sale controllo della polizia con integrazione della rete radio digitale Tetra e sistemi di coordinamento interagenzia e di mappa collaborativa con data fusion tra i dati di intervento e le sorgenti di informazione geografica istituzionale della Spatial Data Infrastructure della Sassonia).