Industrialized Data Services

La libertà di condividere i dati li renderà più preziosi, ma solo se gestiti in modo diverso

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di Stefano Sperimborgo responsabile offerta IT strategy di Accenture

Oggi che il volume, la possibilità di utilizzo e la capacità di analisi dei dati sono in continuo aumento, le aziende pensano a come usare i dati in modi diversi per ottenere un potenziale vantaggio competitivo. Le imprese sono quindi a caccia di altri dati utili, all’interno così come all’esterno, e considerano sempre di più la possibilità di condividere il proprio patrimonio informativo con gli ecosistemi esterni di business. È necessario però adottare un nuovo approccio alla gestione dei dati, perché la maggior parte delle iniziative messe oggi in atto, sono realizzate attraverso progetti ad hoc senza che le architetture IT siano pronte a supportarle.

Per quanti anni ancora l’IT sarà organizzata sulla base di applicazioni? I dati dovrebbero essere liberi di circolare, di essere trasferiti e condivisi facilmente, con i partner o i fornitori. Alcune lungimiranti organizzazioni si stanno già muovendo in questo senso, ma la libertà non è gratis. Fino a oggi le aziende si sono create “trapunte patchwork” di sistemi di integrazione dati la cui pura casualità e varietà ha portato a una forte inefficienza e a una complessità sempre più insostenibile. Per passare a un nuovo approccio, la gestione dei dati muta da un semplice supporto per le applicazioni a uno sforzo di collaborazione tra IT e business che permetta di utilizzare i dati ben oltre le applicazioni che hanno creato.

INDUSTRIALIZZARE L’APPROCCIO ALLA CONDIVISIONE DI DATI – Molte aziende stanno iniziando a riconoscere che i loro dati hanno un valore oltre il proprio scopo originale. L’emergere della “piattaforma dei dati” permetterà alle aziende di utilizzarli sempre più come un servizio, la spinta continua verso piattaforme di dati sarà presto esponenziale, non in termini di volumi di dati, ma in termini di industrializzazione. Alcuni esempi di pionieri in questo senso sono rappresentati da Amazon, Facebook, Yahoo e Netflix, piuttosto che da fornitori di tecnologie tradizionali. In sostanza, questi player hanno sviluppato soluzioni per i propri dati che oggi diventano riutilizzabili da tutti. Per esempio, il modello service-oriented di Amazon è ancorato a un’agile architettura dei servizi dati. Secondo l’amministratore delegato Jeff Bezos, i progressi nella gestione dei dati elaborati dai tecnici della sua azienda sono stati il ​​punto di partenza per le architetture che sono alla base del Cloud storage e dei servizi di gestione dati offerte da Amazon Web Services.

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UNA NUOVA ERA DI GESTIONE DEI DATI – È sempre stato difficile fornire agli utenti aziendali i dati di cui hanno bisogno per prendere decisioni efficaci. In ogni fase, la natura a silos dei dati legati direttamente alle applicazioni IT ha ostacolato gli sforzi per gestirli in modo coerente all’interno dell’organizzazione. Gli sforzi di gestione dei dati si sono duplicati per ogni settore aziendale, mentre un modello di condivisione, per sua natura, porterà le imprese a un concetto di gestione centralizzata. Con la creazione di un livello di astrazione tra i dati e le applicazioni, l’IT ha la possibilità di standardizzare e industrializzare la gestione dei dati: in questo nuovo modello, conta l’utilizzo dei dati, non la gestione in sé. Il percorso verso la centralizzazione diventa più facile e più conveniente. È interessante notare come questo nuovo mondo della condivisione rappresenti un cambiamento epocale per gli amministratori di sistemi che sono sempre stati accusati di tenere i dati per sé. Sotto questo nuovo paradigma, il concetto della proprietà dei dati non è più valido: infatti, più questi ultimi sono condivisi, più è alto il valore per l’azienda. Se l’IT diventerà responsabile per la creazione di un meccanismo centralizzato per la gestione di dati in tutti i sistemi e i processi aziendali, chi sarà responsabile per i dati in ogni fase del loro ciclo di vita? Spetterà al Cio iniziare a coordinare le unità di business per gestire la responsabilità del dato dalla sua creazione alla distribuzione, come se fosse la gestione end-to-end di un vero e proprio prodotto.

CAPIRE IL VALORE DEI DATI – Tuttavia, prima che i dati possano essere condivisi, anche informalmente, è necessario valutare attentamente alcuni aspetti. Oggi il valore dei dati è basato su ciò che è necessario per memorizzarli, mentre in futuro il valore sarà stabilito al momento del loro utilizzo, in termini di potenziale impatto sul business. Le aziende hanno bisogno di creare una strategia di gestione per supportare i servizi di dati utili per il loro business: al momento, infatti, non esistono né una guida né un modello concreto ai quali ispirarsi: il valore del dato si basa unicamente sul suo utilizzo. Ma come si determina il suo valore quando è combinato con altri dati o quando è utilizzato più volte nel corso degli anni e può dunque essere a rischio di appropriazione indebita? Non tutti i dati sono valutabili positivamente: ad esempio, alcuni dati personali dei clienti potrebbero avere un valore negativo in termini di gestione della sicurezza.

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Nuovi approcci di valutazione dei dati influenzeranno e cambieranno i modi in cui verranno archiviati, condivisi, pubblicati, assicurati e distrutti.

RIPENSARE LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E LE COMPETENZE NECESSARIE – La sfida centrale per i responsabili IT è, dunque, l’identificazione di nuove modalità di gestione dei dati, una sfida che potrebbe portarli a ripensare radicalmente le loro organizzazioni. Gli specialisti dei dati dovranno risiedere all’interno dell’IT, o dovranno essere invece integrati con le line-of-business? Questo è il tipo di domanda alla quale i Cio, e i Ceo, devono saper rispondere.

Essenziale sarà l’attenzione alle competenze richieste: più i dati sono condivisi, più è concreta l’opportunità di creare un ruolo dedicato alla loro gestione. Stiamo già vedendo le nuove job search come data manager, data scientist e administrator e, in generale, ci aspettiamo l’evoluzione e la proliferazione dei ruoli dedicati ai dati, con competenze di gestione sempre più “difffuse” di quanto non siano oggi, come è accaduto con la programmazione.

Le aziende sono quindi attivamente a caccia di nuovi modi per estrarre valore dai propri dati. I leader IT ritengono che un approccio one-size-fits-all alla gestione dei dati non funzioni e sia necessario cercare nuovi modi per centralizzare i processi e gli strumenti di gestione. Al tempo stesso, il concetto della proprietà dei dati deve allargarsi, coinvolgendo anche i dati all’interno del business. L’industrializzazione dei layer di disaccoppiamento tra dati e applicazioni sarà la chiave per consentire all’azienda di sbloccare il valore dei dati.

stefano.sperimborgo@accenture.com