La convergenza secondo HP

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Presentata al Technology@Work 2010 una nuova architettura unificata che integra server, storage e risorse di networking, il più importante upgrade degli ultimi dieci anni per la famiglia Integrity Superdome  

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Francoforte – Per fare dell’It una leva strategica di business le aziende devono orientarsi verso progetti ad ampio spettro, nei quali le fasi di esecuzione e implementazione rappresentano il tassello finale di un quadro più ampio, che deve tenere conto dei risultati di business che l’azienda intende raggiungere. HP (www.hp.com/it) ne è perfettamente consapevole, ed è per questo che continua a investire per proporre prodotti e servizi che consentano alle imprese di avere una visione d’insieme dei propri ambienti tecnologici, garantendo quella flessibilità e quella scalabilità indispensabili ad accompagnare la loro evoluzione – e del loro data center – senza forzature, come si è potuto constatare a Francoforte in occasione dell’HP Technology@Work 2010. Non a caso la parola ripetuta più spesso nel corso dell’evento è stata “convergenza”, e la novità più interessante il lancio del più importante upgrade per la famiglia Integrity Superdome fatto da HP negli ultimi dieci anni.

«Coniugare efficienza e razionalizzazione con sviluppo e innovazione non è certo facile, ma è possibile – ha sottolineato Lucio Furlani, vice president marketing & strategy enterprise business di HP Emea -; da tempo HP ha accettato questa sfida, come testimonia, per esempio, la nostra Converged Infrastructure Architecture che consente di implementare con maggiore facilità gli ambienti applicativi attraverso una gestione dei servizi orchestrata e condivisa, di ridurre i costi e le complessità di rete, di ottimizzare le risorse attraverso la virtualizzazione e di migliorare l’efficienza energetica. Ora, con il rinnovato portafoglio HP Integrity, basato sulla nuova architettura HP Blade Scale che supporta, in un’unica soluzione, server, storage e risorse di networking, la convergenza infrastrutturale in ambienti mission critical è ancora più a portata di mano».

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«Inglobando all’interno della stessa enclosure unità server, storage e di rete e rendendo interscambiabili le parti accessorie è stato di fatto disegnata una piattaforma BladeSystem integrata che può spaziare dai sistemi x86 ai sistemi HP Superdome 2 – dice a sua volta Martin Fink, vice president business critical systems HP -. Tutti gli elementi di un data center mission critical possono così venire integrati in un unico sistema ed essere gestiti in modo centralizzato e ottimizzato». Le nuove soluzioni HP Integrity di fatto migliorano notevolmente le prestazioni dei sistemi in termini di Sla, forniscono livelli di disponibilità applicativa fino al 100% e semplificano il mission critical computing per i carichi di lavoro più impegnativi. Basati sui processori di ultima generazione quad core Itanium di Intel (noti anche come Tukwilla), i nuovi sistemi utilizzano il sistema operativo HP-Ux 11i v3 che permette una gestione automatizzata dei carichi di lavoro, consentendo di restringere e ampliare i server virtuali in base alle esigenze del momento. Disponibile anche in modalità pay-per-use, HP-Ux offre anche capacità di calcolo on demand istantanee e miglioramenti in tema di sicurezza e di management. Progettati e sviluppati per favorire la migrazione dei sistemi legacy, ridurre il Tco delle macchine e incrementare le performance dei data center, le nuove soluzioni sono supportate da un’ampia gamma di servizi trasversali (servizi finanziari, security & risk management, It governance, change management, wireless & mobility, fino ad arrivare agli HP Mission Critical Services che individuano tutte le possibili sorgenti di downtime) che mettono a disposizione le risorse necessarie per progettare, eseguire test e portare a termine con successo, in tempi brevi e a costi sostenibili, progetti complessi mission critical in un’ottica di Converged Infrastructure, aiutando le aziende a individuare una road map di investimenti coerente con i loro piani di sviluppo.

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Per accelerare la penetrazione sul mercato dei nuovi Integrity e, più in generale, delle soluzioni HP orientate alla convergenza, inoltre, è stato messo a punto un programma specifico, battezzato “AllianceOne”, che ha l’obiettivo di fornire ai business partner del colosso di Palo Alto tutto il supporto necessario per veicolare le nuove offerte, garantendo all’intera catena del valore un ritorno sugli investimenti più rapido. In pratica, attraverso AllianceOne i partner hanno accesso a un unico programma che offre la più ampia scelta di soluzioni progettate per l’HP Converged Infrastructure. Visto che l’infrastruttura convergente di HP punta all’eliminazione dei silos di server, storage e networking per creare pool di risorse progettati per gestire in modo ottimale i servizi aziendali non poteva mancare, nel corso del Technology@Work, un riferimento all’acquisizione di 3Com, che rafforza notevolmente il peso della società in uno di questi tre ambiti, ovvero nel networking. Il processo di integrazione procede a ritmi serrati, tanto è vero che si sta già delineando una nuova offerta HP Networking che combina il meglio dei prodotti HP ProCurve e 3Com per fornire funzionalità avanzate di network fabric, eliminare gli apparati ridondanti, integrare ambienti cablati e wireless e garantire elevati livelli di sicurezza edge-to-core.