TOGLIERE LA “C” DA CRM


A Milano lo scorso ottobre si è tenuto il forum di Opensymbol su SugarCRM. In evidenza i vantaggi dell’open source

Di questi tempi non è facile attirare l’attenzione su un argomento maturo come il Crm, eppure il 7 ottobre scorso al Marriott di Milano in 150 tra It manager, marketing manager e sales manager di medie e grandi aziende italiane hanno assistito, incuriositi prima, entusiasti poi, al Crm Acceleration, il tour mondiale di SugarCRM (www.sugarcrm.com), che per la prima volta è sbarcato in Italia.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Opensymbol (www.opensymbol.it), principale partner di SugarCRM nel nostro Paese e uno dei maggiori in Europa, ha ospitato questo evento con l’entusiasmo di chi ha veramente qualcosa di nuovo da raccontare. Questo lo si è capito fin dalle prime battute, quando Marco Mangini di BMW Italia ha raccontato la positiva esperienza fatta con l’introduzione del famoso Crm open source per la gestione dei lead assegnati alla rete di concessionari BMW – Mini.

Sempre in tema di novità ha certamente colpito l’intervento di Clint Oram, Co-founder e vice president products di SugarCRM, che ha illustrato la roadmap di SugarCRM orientata soprattutto all’accesso tramite i device portatili (iPhone, iPad, BlackBerry, Android) e al Social CRM, ossia lo sfruttamento delle nuove opportunità offerte dai social network.

«È giunta l’ora di togliere la “C” da Crm – sostiene Enrico Maggi, presidente di Opensymbol -. Oggi il C.R.M. non è più solo Customer Relationship Management, ma assume forme nuove come Student R.M., Patient R.M., Citizen R.M., Dealers R.M., Distributors R.M.: SugarCRM essendo Open Source è lo strumento adatto per supportare questa metamorfosi».

Leggi anche:  Techjobsday 2023: l'evento online per il recruiting IT che non puoi perderti!

Chiediamo a Maggi perché l’open source è un vantaggio per il cliente. «Oggi tutto sta cambiando molto velocemente e le aziende (o gli enti) devono essere rapidi nel cambiamento. L’approccio tradizionale al software (proprietario) comporta troppi vincoli e frena la capacità di adattamento delle imprese».

Può essere più preciso? «Certo. Open source non vuol solo dire che si può modificare il codice, di fatto pochissimi dei nostri clienti lo fanno davvero. Vuol dire che tutto è pensato con standard aperti. Significa per esempio che interfacciare un nuovo software è sempre possibile, che l’accesso con l’ultima versione di iPhone o BlackBerry è garantito, che c’è compatibilità con tutti i più diffusi sistemi operativi e i principali database. Questo si traduce in una grande libertà di azione che oggi è fondamentale per competere».

«Anche grandi aziende, come BMW, Itas, Zurich – aggiunge Maggi – hanno trovato in SugarCRM il valido strumento a supporto delle loro strategie: un sistema aperto, flessibile e semplice da usare, a costi estremamente contenuti, elemento fondamentale in un periodo di forte attenzione al budget». Ma i costi di avviamento? «Anche qui siamo in grado di essere molto più rapidi delle soluzioni tradizionali, sia per la naturale predisposizione dello strumento ad adattarsi alle esigenze specifiche, sia perché per i tecnici di Opensymbol il codice di SugarCRM non ha segreti».

Un approccio alternativo che ha permesso a SugarCRM di conquistare una posizione di leadership nel mondo con oltre 8 milioni di download delle applicazioni dalla community e con oltre 600mila utenti attivi.

All’evento erano presenti anche alcuni esponenti dei vertici aziendali di SugarCRM, in particolare il già citato Clint Oram (uno dei tre co-founder), Tom Schuster (general manager Europe), Nick Halsey (chief marketing officer), Liz Smith (vice president channel sales Emea), a sottolineare l’importanza del mercato italiano per l’azienda di Cupertino (CA , USA).

Leggi anche:  Rosalba Agnello è la nuova Head of SAP SuccessFactors di SAP Italia