Siemens Enterprise Communications, integrazione e Cloud


Le Unified Communications sono sempre più al centro delle strategie del colosso delle comunicazioni, che con OpenScape v7 scommette sul Cloud per far crescere ulteriormente una presenza mondiale già di tutto rispetto

Cebit 2012, Hannover – Da un paio d’anni, Siemens Enterprise Communications (www.siemens-enterprise.com/it) è un’azienda del tutto nuova, con una struttura che è stata profondamente rinnovata, forse per scrollarsi di dosso un’immagine che, a torto o a ragione, era percepita come troppo legata a una concezione non più attuale. La linea di prodotti è oggi tutta incentrata sull’architettura aperta OpenScape, che rende realtà le promesse dell’Ucc, Unified Communications and Collaboration, cioè la gestione unificata delle comunicazioni e degli strumenti di collaborazione in azienda. Senza però perdere di vista la parte hardware, con tutti gli apparecchi di telefonia che continuano a essere prodotti nella fabbrica di Lipsia, nella tradizione del più rigoroso made in Germany. Per fare il punto sulla sua trasformazione, la società ha scelto la platea privilegiata del Cebit, la kermesse dedicata all’ICT. Pur nel generale ridimensionamento di questo tipo di fiere a favore di eventi più specializzati, la manifestazione ha riconfermato anche quest’anno la sua rilevanza, con 310mila visitatori e una quantità piuttosto nutrita di espositori. Ma soprattutto con un favorevole colpo d’occhio dato da stand sempre affollati e da un pubblico delle grandi occasioni anche ai convegni tematici, che inducevano senz’altro all’ottimismo.

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Quotazione in Borsa

«Siamo uno dei più credibili fornitori nell’ambito delle Ucc, in quanto abbiamo una storia tecnologica che viene da lontano e oggi abbiamo oltre un milione di clienti in più di 90 Paesi in tutto il mondo. Siamo il numero uno del mercato sia in Europa con il 15% del mercato, con una quota del 30% in Germania, sia in America Latina con il 17%, con punte del 27% in Brasile, che è al momento l’economia più interessante della regione», ha tenuto a sottolineare il Ceo Hamid Akhavan.

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Oggi la società punta molto anche sugli Stati Uniti, dove ha finora avuto una presenza esigua. «Nell’ultimo anno fiscale siamo cresciuti del 26% nel mercato Usa, e ci siamo fatti definitivamente strada anche qui come un fornitore a tutto campo, conquistando in un solo anno numerosi contratti, sette dei quali superiori al milione di dollari ciascuno, con clienti che non avevano mai fatto business con noi – ha confermato in una conversazione con Data Manager Chris Hummel, president North America e chief marketing officer worldwide -. Il mercato privilegia sempre più la nostra capacità di operare su scala globale, come accade per esempio con il gruppo Fiat-Chrysler, che è uno dei nostri maggiori clienti e che apprezza il fatto di avere sempre noi come interlocutore diretto in qualunque parte del mondo». Confortato anche da questi riconoscimenti, il numero uno Akhavan ha annunciato l’intenzione di puntare entro quest’anno alla quotazione sui listini Usa di Siemens Enterprise Communications, della quale il colosso tedesco Siemens detiene una quota del 49%, mentre il restante 51% appartiene al gruppo Usa di private equity The Gores Group.

Il business in Italia

Il palcoscenico del Cebit ha anche costituito l’occasione per l’annuncio della versione 7 di OpenScape, il cuore dell’offerta di Siemens Enterprise Communications. Tra le caratteristiche della nuova release, che sarà disponibile in giugno, spiccano la mobilità sempre più facile, i servizi di instant messaging integrati tra piattaforme diverse e l’ampliamento delle funzionalità per il Cloud pubblico e privato, con possibilità di gestire fino a 500mila utenti. Ma non solo: i nuovi client OpenScape Mobile per Apple e Android permettono di portare facilmente su smartphone e tablet tutte le funzionalità VoIP e di comunicazione unificata.

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Per quanto infine riguarda il business in Italia, l’amministratore delegato di Siemens Enterprise Communications Italia Riccardo Ardemagni fa professione di ottimismo, sulla scorta di un 2011 da lui giudicato «positivo, con buoni segni di crescita praticamente su tutti i settori di mercato». La struttura italiana, che è composta da un’ottantina di persone, è oggi focalizzata nel gestire direttamente i clienti top, dove la società può contare sui maggiori gruppi industriali e su numerose pubbliche amministrazioni, e nel far crescere gradualmente la rete indiretta dei partner, ai quali sono dedicate numerosissime attività ad hoc per metterli in grado di esprimere sempre maggior valore sul mercato. La concorrenza è avvertita.