Diritto all’oblio: per Google la discussione è online

Big G ammette la difficoltà di rispondere alle migliaia di richieste di rimozione dei link sul motore di ricerca. Togliendosi qualche sassolino…

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L’obiettivo principale del nuovo diritto all’oblio sancito dall’Unione Europea nei confronti di Google non era certo quello di togliere dal motore di ricerca i riferimenti a link scomodi solo per qualcuno. Eppure, come la stessa Google ha affermato, tra le migliaia di richieste di rimozione di risultati riecevute finora ce ne sono molte che riguardano criminali, professionisti e politici che vorrebbero far sparire dai risultati di ricerca i link a crimini commessi, promesse elettorali o ad opere pubbliche di cattivo gusto. Insomma tutto fuorché il reale interesse di tener preservati i propri dati, nella convinzione che la protezione della privacy debba essere un principio base della moderna democrazia digitale.

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Un forum di discussione

Quello che Google ha inteso sottolineare, attraverso le parole di David Drummond, vice presidente di Google e responsabile dell’ufficio legale, è che anche tra gli utenti vi è difficoltà nel comprendere il fine del diritto all’oblio, almeno di come è stato inteso dall’Unione Europea. Per questo in breve Google inserirà nella richiesta di rimozione dei risultati personali anche un apposito box dove inserire richieste di chiarimenti o ulteriori informazioni rispetto ad uno specifico risultato. Oltre a questo Drummond dichiara come presto si avrà un comitato consultivo esterno a Google, in cui ci saranno esperti internazionali di diverse materie, che sarà chiamato a pronunciarsi nel caso di dispute e dubbi legati ai link mostrati dal motore di ricerca.

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