Nigeria, la prevenzione dell’ebola viaggia su smartphone

Un’organizzazione statunitense ha fornito cellulari e un’app per aiutare i volontari a inviare aggiornamenti e monitorare i pazienti. Mentre Google insegna come rispondere ai trend

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La eHealth & Information Systems Nigeria, una compagnia di ricerca no-profit con sede in California, opera da anni a Kano, in Nigeria. E’ sua l’idea di dotare un gruppo di volontari, gli Ebola Alerts, di smartphone Android e un’app per semplificare l’organizzazione degli aiuti e inviare aggiornamenti sulla situazione. Si tratta di un passaggio fondamentale per la lotta al contagio; basti pensare che con l’app è possibile inviare un report all’istante quando, in media, servirebbero almeno 12 ore per compilare a mano i documenti e inviarli all’ebola Emergency Operation Centre a Lagos. “Con questa malattia il tempo risparmiato diventa fondamentale – ha setto Adam Thompson, CEO della eHealth & Information Systems –  di norma servirebbero due o tre giorni prima di capire dove si trova una certa persona (magari contagiata ndr). Un lasso di tempo decisamente troppo ampio, perché a quel punto potrebbe trovarsi altrove”.

In aiuto dei più colpiti

Ed è proprio questo il punto. La necessità di dover controllare dove va l’infezione è troppo importante per lasciare la tecnologia fuori. Dopo due mesi di informazione, durante i quali più di 800 persone sono entrate in contatto con pazienti infetti e messe sotto sorveglianza, le forze nigeriane sperano di poter contenere il contagio. L’obiettivo è dichiarare la Nigeria paese libero dall’ebola entro il 20 ottobre, direttamente dalla World Health Organization. Ma non è solo una questione nazionale. eHealth esporterà presto la sua app anche in Sierra Leone, Guinea e Liberia, i tre paesi più colpiti in Sud Africa. In questo caso è importante saper cosa comunicare e in che modo. La divisione nigeriana di Google, ad esempio, ha organizzato delle sessioni di formazione per i giornalisti per spiegare come utilizzare Google Trends per identificare le domande a cui i cittadini vorrebbero trovare risposta. Spesso si tratta di quesiti basilari che possono aiutare a comprendere meglio come si sta muovendo la macchina sanitaria nel paese; non a caso tra le domande poste sul web ve ne sono di molto semplici come “Cosa vuol dire quarantena?”; una risposta che può salvare la vita, evitando il contagio.

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