L’occhio bionico del futuro è wireless

L'occhio bionico del futuro è wireless

Un team di ricercatori australiani ha messo a punto un occhio bionico in grado di comunicare con il cervello wireless, ovvero “senza fili”, trasmettendo le immagini raccolte da una telecamera montata su occhiali speciali

Si tratta di un rivoluzionario progetto della Monash University di Melbourne, il nuovo occhio bionico che funziona grazie a una telecamera digitale montata su occhiali, che invia alla corteccia cerebrale i dati visivi, raccolti e poi mandati a minuscoli chip di ceramica impiantati chirurgicamente nel cervello.

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Immagini trasmesse “senza fili”

Il prototipo ha dato risultati sorprendenti e i test sull’uomo sono previsti per il 2016. L’idea è quella di usare una cinecamera digitale montata su occhiali per catturare le immagini, che vengono poi trasferite a un congegno di elaborazione della visione, delle dimensioni di un telefono cellulare. L’immagine viene poi smistata a un’antenna situata dietro la montatura degli occhiali e quindi trasmessa wireless al cervello, dove viene ricevuta dai chip di ceramica impiantati chirurgicamente, ognuno dotato di 43 microelettrodi, grandi 9 per 9 millimetri.
Ormai gli occhi bionici, che fino a non molto tempo fa sembravano fantascienza, sono una realtà e portato già molte persone a riavere la vista: negli Stati Uniti un pensionato 68enne cieco da dieci anni è tornato a vedere grazie ad un occhio bionico; anche lo scorso settembre una donna americana ha recuperato la vista dopo lunghi anni grazie allo stesso sistema hi-tech.

Una selezione delle informazioni importanti

Il congegno opera una selezione dei dati da trasmettere al paziente, dato il numero limitati di elettrodi a disposizione. Gli studiosi hanno sviluppato un software che riprende l’immagine da una videocamera e seleziona le informazioni importanti prima di tradurle nel “formato di punti” ricevuto dal cervello se eccitato dagli elettrodi. Il “formato di punti” viene quindi sperimentato su persone vedenti, che indossano occhiali di realtà virtuale. “L’idea è di tagliar fuori la parte confusa o non necessaria nell’immagine e presentare solo l’informazione importante”, ha spiegato Jeffrey Rosenfeld, dell’Istituto di Ingegneria Medica della Monash University.
La sperimentazione sull’uomo è prevista dunque per il 2016 e interesserà cinque pazienti che hanno perso la vista.
“E’ possibile impiantare diversi tasselli, in modo da contare su diverse centinaia di elettrodi. Più saranno gli elettrodi, più dettagliata sarà l’immagine”, ha precisato Rosenfeld.

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