Facebook, rimuovere un collega dagli amici può essere mobbing

Facebook, rimuovere un collega dagli amici può essere mobbing

E’ quanto stabilito da un tribunale australiano in un’innovativa sentenza che estende i casi di mobbing alla sfera dei social network

Attenzione a chi decidete di togliere l’amicizia. Soprattutto se il legame “spezzato” lascia una traccia su Facebook e se la persona in questione è un vostro collega di lavoro.La Fair Work Commission, tribunale per il diritto del lavoro, ha stabilito così che Lisa Bird, dirigente di un’agenzia immobiliare, ha dimostrato una «mancanza di maturità emotiva», indice di «un comportamento irragionevole».

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Quando è mobbing?

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Telegraph, ad essere considerata vittima di mobbing è la collega Rachel Roberts. Poco prima dell’accaduto la donna si era lamentata con il suo datore di lavoro, marito della Bird, del fatto che le case a lei assegnate non fossero pubblicizzate in modo adeguato sulla vetrina dell’agenzia. D’altra parte anche nei fatti la Bird aveva accusato la Roberts di comportarsi «come una scolaretta che corre dal maestro». Una volta uscita dall’ufficio, l’agente immobiliare ha pensato di verificare se magari la dirigente avesse commentato l’accaduto su Facebook. E’ stato in questa circostanza che la donna ha scoperto di essere stata rimossa dagli amici.

Separare la vita privata dal lavoro

La sentenza stabilisce che la cancellazione di un collega dagli amici di Facebook non costituisce di per sé un atto di mobbing, ma se in determinate circostanze come nel caso precedentemente narrato, rischia di diventarlo. In questo caso infatti l’amicizia virtuale eliminata è stato considerato come l’ennesimo di una serie di gesti scortesi nei confronti della donna, che a causa dei soprusi sul lavoro ha sviluppato una forte ansia e depressione.
Pare che la Bird non la salutasse mai e la escludesse ogni volta che consegnava del materiale al resto dello staff. Se questa sentenza amplia i confini del mobbing includendo anche i social network, forse sarebbe il caso di riflettere sui confini che separano vita privata e lavoro, che troppo spesso vengono incautamente superati (anche se il 73% degli iscritti a Facebook non aggiunge il proprio capo tra gli amici). Di recente la Corte di Cassazione ha stabilito che spiare i dipendenti che utilizzano Facebook sul posto di lavoro anche con account fake è perfettamente lecito.

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