Ford: il design dell’automotive passa per il 3D

La stampa in tre dimensioni non solo abbassa i costi di produzione ma permette di spingere oltre la creatività delle aziende. Ecco in che modo

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Spesso si parla di stampa 3D nel mondo consumer, come hobby per appassionati di tecnologia con una valenza molto bassa per la società reale. Ci si dimentica però che la maggior parte delle nuove tecnologie arrivano sul mercato dopo aver svolto diversi periodi di test presso le aziende, magari rinnovando processi e programmi di produzione interna. Così è successo anche per il 3D printing che ha visto nell’automotive un importante ponte di lancio verso il grande pubblico.

Non è un caso se poco più di un anno fa Ford ha avviato una profonda collaborazione con la Domus Academy di Milano, una delle più importanti scuole post-diploma capace di formare gli esperti di moda e design del futuro, per incentivare lo studio e l’analisi di nuovi percorsi di modellazione da adottare concretamente all’interno dei laboratori di ricerca del marchio in tutto il mondo. Proprio presso la Domus Ford è sponsor del Master in Car & Transportation Design.

Modellazione 3D

“È sempre stato complicato produrre prototipi con precisione massima e in tempi relativamente brevi – ci ha detto Daniele Trosa, Design Properties Specialist di Ford Europa – il primo passo verso una migliore comprensione di ciò che un’auto può diventare con nuove tecniche e con l’applicazione di modelli di design è arrivato con la realtà virtuale. Da diversi anni la utilizziamo già per permettere agli ingegneri dislocati in tutto il mondo di visionare in contemporanea un nuovo progetto e discuterne seduti direttamente dai loro uffici”.

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La stampa in tre dimensioni va decisamente oltre. Un conto è argomentare su un esemplare riprodotto in maniera virtuale e un altro il poter comprendere sul serio cosa vuol dire introdurre anche un solo elemento in più all’interno del cruscotto, magari come rinnovato supporto all’apertura del bagagliaio. In tal senso Ford è pioniere del settore. “Abbiamo acquistato la prima stampante 3D nel 1988 – prosegue Trosa – questo ci ha permesso di ridurre il tempo di produzione, analisi e considerazione dei prototipi da 6 settimane a 6 giorni. Un vantaggio strutturale che consente al futuro di entrare nei nostri laboratori, senza troppa preoccupazione su quanto lungimiranti o futuristiche siano le nostre idee”. In pratica gran parte delle ipotesi formulate dai designer di Ford possono diventare oggetti reali, che gli ingegneri studiano e analizzano nelle loro dimensioni esatte così da decidere in che modo possono rappresentare un vantaggio per la costruzione di una nuova automobile”.

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I prototipi: dall’idea all’oggetto

“La stampa 3D si divide in diversi processi ognuno dei quali permette di valutare qualità differenti – spiega Bruno Alves, Rapid Prototyping and Tooling Specialist di Ford Europa – ad esempio consideriamo il tempo di produzione di un elemento, la sua resa qualitativa e in che modo cambia con il tempo e il calore. Ad esempio ci sono parti stampante in tre dimensioni che sotto la luce diretta del sole cambiano colore, nello specifico dal bianco al giallo, è chiaro che pezzi del genere possono essere integrati in alcune parti dell’auto ma certamente non in spazi esposti al sole, se l’interesse non è quello di far cambiare colore all’elemento”.

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È bene specificare che le stampanti 3D di cui parla Ford non sono quelle che si vedono in giro, in negozi o durante le fiere. Si tratta di dispositivi capaci di realizzare un’intera griglia anteriore in una sola volta, senza soluzione di continuità. “Il funzionamento non si discosta molto da quello dei modelli consumer o utili per produrre oggetti di piccole dimensioni – prosegue Alves – quello che cambia è prettamente nelle dimensioni: stampanti più grandi permettono di ottenere risultati maggiori. La macchina affetta in strati sottili il materiale introdotto, che non è più creata ma consiste in un solvente più duro e meno flessibile, e poi crea il contorno con una polvera che ne delinea la figura”.

Innovazione ma con limiti

Al momento con la stampa 3D si possono ottenere fino a 200 elementi capaci di finire a bordo di un’automobile o sulla scocca esteriore. Non sono così vicini i tempi in cui si potrà realizzare un intero veicolo in tre dimensioni; e non parliamo solo del motore o di parti specificamente meccaniche. Tuttavia il futuro è già alle porte: “Oggi realizziamo già componenti in metallo attraverso la stampa 3D – conclude Alves –  ma servono stampanti specifiche e adeguate. Per ora le utilizziamo per portare il design delle nostre auto su livelli superiori ma non escludiamo che la tecnica possa coprire presto la quasi totalità delle componenti necessarie a realizzare un telaio completo”.