HPE per vivere il web in maniera responsabile e in sicurezza

Si chiama “Safe2Web” il progetto di Hewlett Packard Enterprise per diffondere una cultura di Internet a iniziare dalle scuole. Ce ne parla il numero uno italiano Stefano Venturi

Le cronache insegnano. Nonostante la sua indubbia funzione insostituibile nel mondo di oggi, il web viene talvolta indicato come il colpevole numero uno in occasione di comportamenti sbagliati da parte di alcune persone, come cyberbullismo, sexting o altro. Non solo: vi sono anche fenomeni relativi alla sicurezza nell’uso di Internet da parte delle persone con meno competenze digitali. Ecco perché da tempo si parla di “cittadinanza digitale” e di sviluppo di una maggiore cultura e consapevolezza nell’uso della rete. Si tratta di un campo che vede impegnate, a diversi livelli, anche le aziende che hanno fatto, e tuttora continuano a fare, la storia dell’IT. È il caso di Hewlett Packard Enterprise, come spiega in questa intervista a Data Manager Stefano Venturi, corporate VP e amministratore delegato del Gruppo Hewlett Packard Enterprise in Italia.

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Come vede HPE il fatto che tuttora vi sia una carenza di strumenti culturali per utilizzare al meglio la rete?

L’uso della rete è diventato in questi anni un fattore abilitante di crescita, di sviluppo, di accesso alle informazioni e di propulsione delle capacità individuali. Se, da un lato, le tecnologie contribuiscono al miglioramento della qualità della vita, dall’altro è indispensabile utilizzarle in modo consapevole e con senso critico. 10.000 anni fa per esempio, in pieno neolitico, l’utilizzo del coltello di selce migliorò moltissimo le attività di caccia e pesca. Eppure, l’uso distorto della medesima tecnica veniva impiegato nella risoluzione violenta dei conflitti.

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Cosa manca in concreto oggi?

Il punto fondamentale è la diffusione della cultura e della conoscenza degli strumenti digitali, poiché tendiamo a mettere nelle mani dei nostri ragazzi degli strumenti potentissimi, a volte senza preoccuparci troppo del fatto che siano o meno in grado di utilizzarli nel modo appropriato. Tutto ciò dipende fondamentalmente da una conoscenza spesso superficiale del web, che considera solo le opportunità ma non i rischi. Il progetto “Safe2Web” di Hewlett Packard Enterprise (HPE) nasce come risposta a questa esigenza: per portare nelle scuole a genitori, insegnanti e ragazzi la cultura dell’uso consapevole della rete, senza farsi spaventare o limitare dai pericoli, bensì imparando a riconoscerli per evitare comportamenti dannosi a se stessi e agli altri.

“Safe2Web” ha tutte le caratteristiche di un’iniziativa lodevole. Ma cosa spinge una grande corporation a realizzare programmi di questo tipo?

Hewlett Packard è impegnata da oltre 75 anni a livello globale, e da 50 anni a livello italiano, per favorire il progresso e portare benessere nei territori in cui è presente. Oggi il progresso passa anche dalla cittadinanza digitale: sviluppare competenze per la diffusione e la fruizione delle tecnologie per comprendere, controllare, sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi, ampliando i propri orizzonti e cogliendo le opportunità che la società offre e che il mercato del lavoro richiede.

Qual è l’idea di fondo su cui si basano queste iniziative?

Sviluppare cultura e competenze digitali è la strada maestra per prevenire l’uso scorretto delle tecnologie. Come HPE, abbiamo aderito al progetto “Generazioni Connesse”, il Safer Internet Center Italiano, che sosteniamo con le attività dei nostri volontari. Collaboriamo anche con il Moige, il Movimento Italiano Genitori, con il quale siamo partner nel progetto “Per un web sicuro” insieme alla Polizia Postale. Lo scorso anno i volontari HPE hanno incontrato 2.000 ragazzi nelle scuole italiane, per un totale di 4.500 ore di formazione su un uso sicuro e consapevole di Internet, al riparo da problematiche inerenti il cyber bullismo e l’adescamento in rete.

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Questi fenomeni mostrano differenze rilevanti in Italia rispetto ad altri Paesi?

In ambito sicurezza, almeno una persona su quattro oggi in Europa si trova a dover gestire problemi di virus, di dati personali registrati in modo ingannevole o rubati, immagini hard o inadatte capitate sotto gli occhi dei bambini, ma anche frodi con perdite finanziarie online. In Italia queste problematiche registrano una media superiore rispetto a quella europea del 28%, mentre paesi come la Repubblica Ceca, l’Olanda, la Slovacchia e l’Irlanda si attestano tra il 10% ed il 14%. L’ultima indagine di Generazioni Connesse rivela che nel nostro Paese si tende a sottovalutare il cyber bullismo: 1 ragazzo su 10 banalizza il proprio comportamento reputandolo un semplice scherzo e solo l’8% ammette di avere avuto comportamenti vessatori.

Quali quindi le possibili soluzioni?

In questo contesto è necessario avere una visione più ampia e approfondita del fenomeno, creare una maggiore consapevolezza e diffondere la cultura digitale, affinché si possa trarre il massimo beneficio dalla tecnologia che può offrire grandi opportunità di sviluppo e di benessere per tutti. Hewlett Packard Enterprise è in prima linea su questo fronte, con la convinzione che sia possibile creare un futuro migliore, grazie al rilascio di soluzioni tecnologiche all’avanguardia e all’impiego di risorse, anche volontarie, con comprovata esperienza e professionalità.