La versatilità del Gear VR per gli ospedali

Il visore di Samsung prende sempre più piede in ambienti healthcare e ospedalieri e dal 2018 sarà centrale per le diagnosi di problemi mentali

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La realtà virtuale non ha espresso ancora totalmente il suo potenziale. Come strumento di intrattenimento sappiamo quanto vale ma è in altri contesti che un paio di visori possono fare la differenza. Lo vuole dimostrare Samsung che dal 2018 avvierà un programma specifico per i suoi Gear VR, volto a portare gli accessori all’interno di ospedali e centri di cura. Il primo passo è una partnership con il Gangnam Severance Hospital in Corea e la compagnia produttrice di contenuti FNI. L’accordo prevede la fornitura, da parte di Samsung, degli accessori, lo sviluppo del software di FNI e l’adattamento dei Gear VR per i pazienti dell’istituto, sotto supervisione di medici e specialisti. Il fine ultimo? Migliorare le diagnosi circa le malattie mentali.

Terapia cognitiva

Nella pratica, i visori permetteranno alle persone di calarsi in ambientazioni virtuali che dovrebbero far scattare certe reazioni a seconda della pre-diagnosi considerata. Il focus dovrebbe essere quello della prevenzione al suicidio ma è evidente che le aree di interesse siano molto più ampie. In aggiunta Samsung prevede di poter utilizzare anche altri gadget come lo smartwatch Gear S3 per monitorare il battito cardiaco e interpretare meglio i dati strutturati provenienti da diverse fonti. Come detto, il programma partirà nel 2018 e potrebbe estendersi presto anche in Europa, dove già molti istituti hanno dimostrato di voler accettare suggerimenti tecnologici per l’avanzamento di cure e trattamenti. L’Auxologico di Milano ne è un esempio; qui vari strumenti VR sono all’opera sia per diagnosticare disturbi psico-comportamentali che per rendere i processi di riabilitazione più interattivi e personalizzati.

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