Italtel, spazio alla open innovation

Sviluppare un ecosistema di relazioni e sinergie tecnologiche. Una delle leve strategiche di Italtel. Acquisizione di tecnologie e prodotti market-ready, ma anche scalabilità e industrializzazione dei processi. Luca Ferraris, head of strategy, innovation & communication: «Vince chi sa fare rete»

Italtel è una delle principali realtà italiane nel panorama delle telecomunicazioni. È in fase di completamento l’integrazione con Exprivia, realtà internazionale di ICT con expertise diversificate che vanno dal credit & risk management all’IT governance, alla security, all’IoT e al mondo SAP. Exprivia acquisirà l’81% del capitale sociale di Italtel, con Cisco Systems che deterrà il restante 19%. «Siamo vicini alla conclusione dell’accordo. E siamo orgogliosi della nuova realtà che sta per nascere» – spiega a Data Manager Luca Ferraris, head of strategy, innovation & communication di Italtel. La logica dell’accordo è creare un nuovo soggetto nell’ICT, frutto del consolidamento di competenze «all’insegna del Made in Italy, per portare l’Italia all’estero con una presenza di primissimo piano in grado di conquistare il mercato» – prosegue il manager. Il core business di Italtel sono storicamente le infrastrutture di telecomunicazione (reti, data center, servizi di comunicazione e collaborazione, sicurezza etc.) che oggi sono sempre più importanti per settori che vanno oltre i tradizionali operatori telco: smart cities, health care, defense, finance, energy, industry & manufacturing.

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Due anime e una nuova identità

L’anima di Exprivia per la parte applicativa e quella di Italtel per la parte infrastrutturale compongono la nuova identità del soggetto che in questo modo si viene a creare. «Del resto, il mondo delle app software che usiamo ogni giorno sul cellulare si regge sulle reti, che a loro volta seguono la tendenza di diventare esse stesse virtualizzate, quindi basate su software e non su hardware». Già da tempo Italtel si sta muovendo per fare innovazione e rendersi più ready-to-business. E in un mondo dove ormai domina la logica della rete, bisogna saper “fare rete” tessendo relazioni, conoscenze e competenze con diversi player. Da qui è nata l’idea di un nuovo approccio al mercato, ispirato all’idea dell’open innovation. Luca Ferraris sottolinea che si è trattato di «industrializzare un processo, di costruire una situazione win-win in cui una grande azienda e realtà piccole, startup o anche microimprese, si incontrano per mettere a sistema competenze e trarre reciproco vantaggio». L’approccio è pragmatico e l’impostazione è quella di un acceleratore d’impresa. In sostanza, ci sono una miriade di realtà anche di piccole dimensioni, sparse sul territorio, che hanno sviluppato tecnologie interessanti o anche solo una tecnologia molto verticale. Il prodotto o servizio è pronto – o quasi – per essere messo sul mercato. Ed è a questo punto che si sviluppa il business in modo congiunto. «Da parte nostra – continua Ferraris – offriamo asset e competenze per industrializzare un processo produttivo e renderlo competitivo. Le startup ci mettono le loro competenze e tecnologie, che noi saremmo in grado di sviluppare solo a certi costi interni, mentre loro le hanno già pronte. Condividiamo i benefici del business congiunto, in cui i partner hanno la possibilità di scalare – in senso commerciale – attivando contatti che altrimenti non avrebbero – e in senso tecnico – per ciò che riguarda l’industrializzazione dei prodotti».

Apertura e collaborazione

Questo paradigma di business ispirato all’open innovation in Italtel è nato sei mesi fa e dalla fase di selection delle aziende (finora un centinaio) si sta arrivando ai primi casi di successo con alcune di esse. Quest’idea di “openness” si esprime anche in un rapporto arricchito tra grande azienda e startup, in quanto Italtel può mettere a disposizione dei partner in modo gratuito l’accesso ai lab, spazi di co-working, server e rete veloce. «Sta diventando sempre più importante per noi creare dei veri e propri ecosistemi» – spiega Ferraris. «Ci rivolgiamo anche alle università, ai centri di ricerca e a tutto il mondo imprenditoriale dominato dai giovani. Anche l’organizzazione viene impattata da questa logica, perché l’azienda di grandi dimensioni deve imparare a dialogare con i giovani che escono dalle università – o che magari non l’hanno fatta ma hanno avuto delle idee brillanti – e deve rinnovare il modo di stare sul mercato e anche il suo stesso linguaggio». Tra gli ambiti indirizzati dalla open innovation di Italtel ci sono anche quelli che fino a qualche anno fa non entravano nel settore delle telecomunicazioni, come per esempio, il mondo della manifattura (Industry 4.0) e della vita urbana (smart city), con gli scenari che si aprono sull’universo dell’Internet of Things. «E qui il discorso si fa interessante – sottolinea Ferraris – perché secondo le stime nei prossimi anni il mercato è destinato a esplodere, con un numero sempre in crescita di oggetti connessi che supereranno di alcuni ordini di grandezza il numero delle persone connesse in rete».

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Industry 4.0 e smart city

«Noi che veniamo dall’information technology, avevamo bisogno di trovare partner che parlassero la lingua dell’operation technology, e l’abbiamo trovato in un’azienda lombarda con cui stiamo lavorando per l’integrazione di una piattaforma Industry 4.0 ready-to-use, in grado di indirizzare le esigenze reali del variegato mondo dei produttori industriali. In questo caso, il settore di riferimento è l’industria, ma – in linea di principio – le applicazioni che sviluppiamo in logica open innovation possono riguardare ogni sfera produttiva. «Ci proponiamo nel ruolo di system integrator globale che può unire competenze diverse, sia interne sia esterne, in una logica di sistema e facendo rete con i player tecnologicamente più evoluti». L’Internet of Things parla però molte lingue, e quindi gli esempi di collaborazioni di successo riguardano anche la smart city e le “conversazioni” tra sensori che si trovano, per esempio, all’interno di edifici. «Dall’integrazione delle competenze infrastrutturali e di piattaforma di Italtel e di Exprivia nasce la capacità di offrire alle pubbliche amministrazioni strumenti utili a migliorare processi e servizi per il governo del territorio. Con una startup lombarda stiamo lavorando per sviluppare una soluzione per la stabilità strutturale di case e palazzi. I sensori sono collocati nella tromba dell’ascensore e controllano una serie di parametri che definiscono la stabilità della struttura. Ma lo stesso discorso è applicabile anche a ponti o strade».

Intelligenza artificiale e cybersecurity

La capacità di mettere insieme competenze diverse e fare rete è vincente anche quando si tratta di far dialogare pubblico e privato, o partenariati per la partecipazione a bandi europei per il finanziamento di progetti innovativi. Italtel è sempre attenta quando si tratta di iniziative di Ricerca Industriale in Italia e all’estero, «perché in ogni caso – spiega Ferraris – l’obiettivo è costruire un ecosistema per soddisfare le richieste del mercato, componendo le migliori soluzioni disponibili». Una delle novità più smart in ambito Industry 4.0 è IndyChatBot, la prima applicazione per il mondo industriale integrata con Cisco Spark e sviluppata da Italtel in collaborazione con una startup pisana che ha sviluppato un gateway in grado di far parlare più di cinquemila tipologie diverse di macchine industriali nel protocollo IP, quello di internet. «In pratica, si tratta di un sistema con cui la macchina è davvero in grado di “dialogare” con l’operatore umano, che può chiederle notizie sul funzionamento e sui dati che sta raccogliendo durante il lavoro, utilizzando il linguaggio naturale secondo un set di domande e risposte, di azioni e conseguenze». Un altro esempio di collaborazione vincente è quello sul fronte della manutenzione nelle centrali degli operatori telefonici. «Abbiamo ipotesi di collaborazione davvero notevoli in corso, che prevedono anche l’uso dei droni per controllare lo stato fisico e funzionale delle antenne» – racconta Ferraris. «I droni sono dotati di un sensore incorporato per verificare la qualità del segnale emesso dall’antenna e quindi valutare la qualità della trasmissione. In più, stiamo sperimentando sistemi di chiusura automatica dell’accesso alle centrali con chiave elettronica su smartphone, per gestire e controllare l’accesso degli operatori responsabili della manutenzione». Anche sul piano della cybersecurity ci sono importanti novità che riguardano, per esempio, l’utilizzo di tecnologie quantistiche per produrre chiavi digitali sempre più sofisticate per garantire protezione e accesso sicuro, ma anche l’utilizzo della blockchain in ambiti diversi dai bitcoin, come la sanità digitale. «La vision di Italtel – conclude Ferraris – è di portare il digitale nella vita quotidiana di tutti noi, per sviluppare un nuovo mercato e una nuova società».

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