Facebook ammette che può portare alla depressione

Facebook: il 50% degli iscritti sono in realtà fake

Facebook ammette che i social network possono avere effetti negativi se utilizzati in modo scorretto ma c’è anche un risvolto positivo

Facebook sta subendo attacchi da più parti per gli effetti psicologici che può causare ai suoi iscritti. Il social network, così come tutte le piattaforme di condivisione online, è accusato non solo di plagiare le menti dei suoi utilizzatori ma in alcuni casi anche di portarli a sperimentare un senso di disagio che può arrivare fino alla depressione. Proprio in questi giorni Sean Parker, fondatore di Napster ed ex Presidente di Facebook, ha dichiarato che l’azienda di Menlo Park sfrutta le debolezze della mente umana a scopi commerciali. La stessa teoria è stata poi confermata da Chamath Palihapitiya, ex dirigente del social network, che ha accusato la piattaforma di distruggere le fondamenta dei rapporti sociali. Oggi Facebook si è assunta le sue responsabilità.

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In un post sul proprio blog intitolato “Domanda difficile: E’ un male passare del tempo sui social media?” Facebook spiega come attraverso una serie di studi sia arrivata alla conclusione che il suo servizio non è negativo per natura ma effettivamente può causare dei danni se utilizzato in un certo modo. Ancora una volta il problema non è la tecnologia in sé ma l’uso che se ne fa.

Nel post co-firmato da David Ginsberg e Moira Burke, rispettivamente Director of Research e ricercatrice di Facebook, si spiega come gli utenti passivi che si limitano a interagire con gli altri solo attraverso i like e le visualizzazioni sono tendenzialmente più tristi rispetto a coloro che invece parlano con i propri amici virtuali. Facebook cita un esperimento condotto presso l’Università del Michigan in cui due gruppi di studenti hanno dovuto leggere in modo casuale messaggi sul social network per 10 minuti. Il primo campione poteva interagire con i contenuti mentre il secondo doveva rimanere passivo. Chi non ha interagito è risultato meno felice rispetto a chi ha potuto farlo. Un secondo studio condotto da terzi presso la UC San Diego e l’Università di Yale ha invece confermato che chi clicca sui collegamenti con maggiore frequenza o che ha messo più like è solitamente più triste rispetto alla media. Lo stesso risultato era emerso anche da un’altra ricerca resa pubblica in questi giorni. All’opposto però chi si è messo in contatto con amici vicini e lontani ha migliorato i propri rapporti sociali e ha sentito meno i sintomi della depressione. Facebook quindi conclude che un utilizzo attivo dei social network ha effetti positivi e che si impegnerà a migliorare questo aspetto. Un primo passo è arrivato con la possibilità di silenziare per un certo periodo di tempo gli utenti che ci infastidiscono.

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