IDC Mobiz: il lavoro del futuro tra mobilità e tecnologie emergenti

Al Mobility of Everything Forum si delineano le tendenze che occuperanno i primi posti nel mondo professionale dei prossimi anni. Italia compresa

Come le aziende italiane stanno rendendo mobili le loro strategie? In che modo l’enteprise mobility sta innovando i processi di business? A tali domande cerca di rispondere l’appuntamento Mobiz – Mobility of Everything Forum, organizzato da IDC Italia con il supporto di Aruba HPE, Injenia, HP Italia, Intel e MicroStrategy. Ad aprire l’incontro è Sergio Patano, senior research & consulting manager di IDC Italia, che ha spiegato come l’agenzia stia seguendo, oramai da anni, l’evolversi dell’adozione mobile in Europa e nel nostro paese, per tracciare un quadro completo, seppur in divenire, di come questa abbia rinnovato metodi e strumenti di lavoro, in un’ottica non solo di produttività estrema ma anche di riorganizzazione aziendale.

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Ad andare più a fondo è Daniela Rao, senior director research and consulting di IDC Italia: “Quello che abbiamo notato è un aumento, in Europa, dei mobile workers, che sono arrivati al 57% della popolazione lavorativa e che saliranno a 120 milioni nel corso dei prossimi anni. Di quali figure si tratta? Tecnici, autisti, piloti tra tutti; segmenti che anche in Italia assumono un ruolo determinante: sono circa 6 milioni i lavoratori in mobilità su 22 milioni, coloro cioè che, dotati di smartphone e tablet, svolgono la professione prettamente fuori dalle mura di un ufficio ma con simili esigenze degli impiegati tradizionali. Si tratta di una naturale conseguenza dello smart working, che ha integrato modalità di accesso e produttività più snelle e veloci”.

Ma dove e come investono le aziende italiane? “Il mercato vale 5,5 miliardi di euro che, entro il 2021, crescerà sostanzialmente grazie soprattutto alle innovazioni lato device. Quello che IDC nota è che ad occupare una spesa importante è ancora quella della connessione dati che, visto il miglioramento di banda e qualità, interessa ancora la fetta maggiore della torta globale del mercato Enterprise Mobility in Italia.

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Insomma, Mobiz traccia un panorama certamente in crescita tra i nostri confini ma che non nasconde anche residui di preoccupazione, soprattutto da parte dei CIO. Per quale motivo? Ancora Rao: “Questa corsa alla mobilità comporta delle sfide ulteriori da parte dei chief information officer, che devono assicurare una protezione aggiuntiva dei dati che escono ed entrano dalle reti aziendali, in misura maggiore attraverso smartphone e notebook. C’è da dire che, approcciata in giusta misura questa tematica determinante, si aprono per le compagnie opportunità di sviluppo, che guardano a piattaforme immersive, come la realtà virtuale e aumentata, per integrare luoghi fisici e virtuali, velocizzare i processi e ridurre i costi”.

Non è un caso se IDC misura che, entro il 2019, il 20% delle nuove applicazioni enterprise mobili includerà un qualche elemento di AR mentre entro il 2020 il 25% di queste utilizzerà una qualche forma di intelligenza avanzata, percezione approfondita e computer vision. Tutto ciò in un contesto che, tra tre anni, vedrà l’affermazione del 5G come vettore verso una più ampio utilizzo di software completi e perennemente connessi alla rete, a un network capace non solo di ospitare i contenuti ma anche di aprire nuove strade all’interazione uomo-macchina, sia a scopo di intrattenimento che per il mondo enterprise.


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