L’innovazione si incontra a Barcellona

Intel: fondo da $ 1 miliardo per le foundry
Pat Gelsinger, CEO, Intel

L’evento annuale di VMware appena concluso nella città catalana ha consentito ai molti partecipanti di fare il punto sulle nuove tecnologie e sugli sviluppi più recenti

«Questa edizione esprime un record assoluto in termini di partecipanti: oltre 12mila provenienti da più di 100 paesi diversi». Ha esordito così, nel suo intervento di benvenuto, Pat Gelsinger, CEO di VMware, rivolgendosi alla sala gremita della Fiera di Barcellona, dove si è svolto per la decima volta VMworld Europa, sorella della analoga manifestazione annuale che si è svolta lo scorso mese di agosto a Las Vegas. «Esattamente 20 anni fa cinque persone fondavano VMware, e oggi siamo una realtà da 23mila addetti che è riuscita a risparmiare, solo con Vsphere e Hypervisor, qualcosa come 540 milioni di tonnellate di CO2, praticamente il 68% del fabbisogno energetico totale delle famiglie americane, o la guida di un’automobile media per oltre 1 trilione di miglia (circa 1.500 miliardi di chilometri), cioè il viaggio andata e ritorno dalla Terra a Giove mille volte». Oltre la famosa predizione di John Gage, Chief Scientist di Sun Microsystems: “la rete è il computer”, secondo Gelsinger «l’applicazione è la rete».  Infatti, l’evoluzione cloud di questi anni sta realizzando questa visione, soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto cloud ibrido. «Cloud ibrido è l’unione di cloud pubblico e cloud privato, con un’infrastruttura di supporto. Il funzionamento è affidato a VMware Cloud Foundation, che porta insieme layer diversi: computing, storage, network e la loro gestione».

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A consentire alle soluzioni VMware di raggiungere il successo, hanno contribuito in modo decisivo i numerosi partner dell’azienda, quali Dell, Cisco, AWS, Fujitsu, IBM, Hitachi, Lenovo e altri. La soluzione vSAN, uno dei mattoni alla base dell’infrastruttura iperconvergente VMware, sta diventando lo standard per quanto riguarda lo storage software-defined. In particolare, la partnership con Amazon Web Services, confermata dalla partecipazione a VMworld del CEO di AWS, Andy Jassy, consente a VMware di estendere la presenza delle proprie soluzioni in tutti i centri AWS sparsi per il mondo, soddisfacendo le esigenze dei clienti nel cloud. Il percorso cloud, intrapreso già da tempo da VMware, è confermato dalle acquisizioni, annunciate da Gelsinger, di Cloud Health Technologies, azienda con sede a Boston che offre soluzioni per il monitoraggio e l’ottimizzazione delle risorse e dei processi nel cloud, e di Heptio, che offre soluzioni container “per rendere Kubernetes maggiormente disponibile agli sviluppatori”, fondata dai due creatori di Kubernetes, Craig McLuckie e Joe Beda.

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Lo stato dell’arte

Un veloce incontro con alcuni manager VMware, primo tra tutti Maurizio Carli, che oggi è Executive Vice President, Worldwide Sales and Services, e Raffaele Gigantino, country manager Italia per VMware, ha consentito di focalizzare alcuni aspetti di mercato. Innanzitutto la presenza di clienti a Barcellona: «Dei circa 12500 partecipanti a VMworld, oltre 500 sono italiani, a conferma del successo di VMware anche nel nostro Paese», ha sottolineato Gigantino. «Una tendenza chiara che stiamo osservando in Italia – ha commentato Carli – soprattutto nel settore bancario, è la ripartenza degli investimenti infrastrutturali, per creare delle private cloud da integrare in un cloud ibrido con il public cloud. Questo si sposa perfettamente con la nostra strategia di fornire un livello logico dove poter far operare le proprie infrastrutture: presso il cliente, on-premise, o nel cloud». In termini di risultati ottenuti, VMware a livello mondiale cresce in modo importante «in tutti i settori: per esempio su vSAN stiamo ottenendo una crescita annuale del 50%», ha aggiunto Carli. «Anche in Italia cresciamo – ha confermato Gigantino -, tanto che gli attuali 125 addetti saranno incrementati fino a 150 circa entro fine anno». Pur facendo parte del Gruppo Dell (che detiene circa l’80% delle azioni VMware), l’approccio dell’azienda alle piattaforme hardware è agnostico, mantenendo partnership con Lenovo, HP, Fujitsu e altri.

Una chiacchierata con Marius Spinu, dirigente Area per l’Innovazione e gestione dei sistemi informativi e informatici dell’Università degli Studi di Firenze, ci ha infine consentito di avere anche il punto di vista di un cliente. «La Regione Toscana ha deciso di lanciare un progetto di gestione unitaria dei sistemi, ottimizzando gli sforzi dei singoli e progettando un’architettura unitaria per tutta l’Università». La scelta di VMware è stata naturale, in quanto l’azienda era già stata selezionata dalla Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. «Abbiamo circa 51mila studenti, e la prima cosa che implementeremo su piattaforma VMware è l’eLearning, anche su dispositivi Thin Client sia nelle aule informatiche che nelle postazioni per il pubblico».

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L’evento VMworld ha confermato ancora una volta che VMware è un’azienda aperta al cambiamento e pronta a interpretarlo a beneficio dei propri clienti e partner, dovunque si trovino.