Tim Berners-Lee ha creato un nuovo contratto per il web con cui le aziende di Internet si impegnano a tutelare la privacy e lavorare per il bene dell’umanità. Tra i firmatari ci sono anche Google e Facebook
Tim Berners-Lee, il fondatore del world wide web, ha in più occasioni sottolineato come la Rete per come è strutturata oggi non funziona e i recenti scandali sulla privacy, la diffusione delle fake news e di atteggiamenti violenti non hanno fatto che avvalorare la sua tesi. L’ingegnere informatico, che con il progetto Intrupt intende cercare di tutelare i dati personali degli utenti, sostiene da anni che servano nuove regole per gestione del web e la scorsa settimana ha proposto l’idea di scindere i grandi conglomerati di Internet per ridurne il monopolio. Berners-Lee ha quindi realizzato un “contratto per il web” in cui chiede alle aziende di Internet non solo di tutelare le informazioni sugli utenti preservandone la privacy e chiarendo il modo in cui vengono trattate. L’obiettivo è quello di “sostenere il meglio dell’umanità”. La proposta del vincitore del premio Turing nel 2016 ha già ottenuto il sostegno di realtà molto importanti.
“Chi di noi è online vede i suoi diritti e le sue libertà minacciate – ha affermato Tim Berners-Lee al Web Summit in corso a Lisbona – Abbiamo un nuovo contratto per il web, con chiare responsabilità per coloro che hanno il potere di rendere la rete migliore”. Ad oggi circa 60 aziende tra cui Google e Facebook oltre a governi come quello francese e imprenditori di spicco come Sir Richard Branson hanno firmato il contratto proposto dall’informatico. Nel novero dei sostenitori di Berners-Lee non c’è però Amazon, azienda che secondo il creatore del www dovrebbe essere divisa perché troppo grande e in grado di imporsi come un monopolio globale.