Il CEO di Google Pichai sull’intelligenza artificiale: “Il pericolo è reale”

Google intelligenza artificiale

Il CEO di Google, Sundar Pichai, ritiene che le preoccupazioni legate all’intelligenza artificiale siano legittime ma anche che questa tecnologia sarà fondamentale per l’evoluzione umana

Il CEO di Google Sundar Pichai ritiene che l’intelligenza artificiale sarà la tecnologia che più permetterà all’umanità di fare un salto in avanti in termini di evoluzione ma allo stesso tempo non nasconde che ci siano dei pericoli se utilizzata in modo non etico. Il numero uno di Big G ha trattato l’argomento in una intervista al Washinton Post dopo essere stato interrogato dal Parlamento USA su progetti come Project Dragonfly, ovvero un motore di ricerca ottimizzato per gli utenti cinesi e quindi sottoposto a censura. Pichai sottolinea che le preoccupazioni legate all’AI siano “estremamente fondate” e che servano delle linee guida chiare e precise in modo che le grandi aziende hi-tech non possano sfruttare machine learning e reti neurali per intaccare il libero arbitro degli utenti. “Credo che il mondo della tecnologia debba realizzare che non si può solo costruire e poi semmai sistemare e correggere ciò che non va, così non funziona”, ha spiegato il capo di Mountain View.

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Pichai ha sottolineato poi come l’intelligenza artificiale sarà fondamentale per migliorare la vita dell’uomo in aspetti particolarmente importanti come la salute. Non è quindi un caso che Google sia tra le aziende che ha fatto più passi avanti nello sviluppo dell’intelligenza artificiale attraverso il lavoro di società come DeepMind. Pichai ha poi confermato ufficialmente che il tanto discusso progetto Maven, che prevede l’utilizzo dell’AI in campo militare, verrà ufficialmente sospeso alla naturale scadenza del contratto con il Dipartimento della Difesa come richiesto da molti dipendenti. “Regolamentare una nuova tecnologia al suo inizio è difficile ma credo che le società dovrebbero autoregolamentarsi – ha aggiunto Pichai – ecco perché anche noi abbiamo tentato di articolare una serie di principi per l’AI. Magari non avremo ancora risolto ogni rischio ma era importante lanciare la conversazione”.

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