Google difende le sue ragioni contro l’Articolo 11 comprando un pagina sui quotidiani

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Google spiega i motivi per cui l’Articolo 11 del nuovo regolamento Ue sul copyright limiterebbe l’informazione tramite una pubblicità sui principali quotidiani

Google continua la sua battaglia contro il nuovo regolamento sul diritto d’autore dell’Unione Europea e in particolare contro l’Articolo 11, che concede la possibilità agli stati membri di imporre una retribuzione per ogni articolo o contenuto ri-condiviso da parte di servizi online terzi. La nuova norma potrebbe infatti portare alla chiusura di Google News. La multinazionale fondata da Larry Page e Sergej Brin dovrebbe pagare per ogni link presente sul proprio aggregatore di notizie e questo secondo l’azienda significa limitare la libertà d’informazione. Ieri Big G ha voluto rendere pubbliche le sue rimostranze acquistando un pagina dei principali quotidiani nazionali italiani, come Repubblica e il Corriere della Sera, e stranieri. Il colosso di Mountain View nella sua pubblicità afferma che servano “prospettive differenti per avere una visione di insieme e per capire meglio il mondo in cui viviamo. L’Articolo 11 della nuova direttiva sul copyright dell’Unione Europea mira a proteggere il lavoro della stampa. E questo è un obiettivo che condividiamo pienamente”. Proteggere il diritto d’autore è certamente un bene ma il provvedimento così com’è potrebbe “ridurre lo spettro e il numero di notizie che si trovano quando si ricerca online”.

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“Esistono molte opinioni su questa riforma: la nostra è che serve una soluzione che consenta agli editori, piccoli e grandi, di scegliere liberamente e apertamente come i lettori possono accedere ai loro contenuti. E che consenta a tutti noi di continuare a conoscere i diversi punti di vista su una notizia”, afferma Google. Big G in realtà è fortemente critico anche nei confronti dell’Articolo 13, che pone la responsabilità della diffusione di contenuti pirata non più ai singoli utenti ma alle piattaforme su cui questi li condividono. Questa norma renderebbe molto più complicato il lavoro di YouTube e per questo Google ha scelto di informare i suoi clienti sugli effetti negativi del provvedimento con un apposito pop up.

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