La sicurezza è complessa

La quarta edizione dell’incontro organizzato da Trend Micro per presentare il proprio studio sullo stato della security è l’occasione per fare il punto su quanto accade in Italia

«Qualsiasi dispositivo che può essere connesso è potenzialmente attaccabile», con questa dichiarazione, Lisa Dolcini, marketing manager di Trend Micro Italia ha introdotto SecurityBarcamp, “l’evento sugli scenari cybercriminali e sulla cybersecurity” tenutosi ieri a Milano. Giunto alla sua quarta edizione, SecurityBarcamp è stato l’occasione per presentare lo studio di Trend Micro contenente previsioni dell’azienda per l’anno corrente sull’evoluzione delle minacce alla sicurezza informatica. L’evento, moderato da Alessandro Piva, director Osservatori Information Security e Privacy del Politecnico di Milano, ha consentito di condividere le esperienze e i punti di vista di tre protagonisti del mercato italiano, quali Andrea Cavallini, senior cloud developer e security champion di CCH Tagetik, Antonio Fumagalli, Uoc ICT per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Alberto Meneghini, managing director di Accenture Security.

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Le osservazioni di Myla Pilao, director technical marketing di Trend Micro, hanno sottolineato l’essenza di quanto accade oggi nel mondo per quanto riguarda la cybersecurity e l’importanza di non sottovalutare nessun aspetto utile a rafforzare la sicurezza. «La sicurezza è complessa – ha sottolineato Pilao – dato che ogni giorno vengono rilevati 5 miliardi di minacce uniche, di cui l’83% viene propagato dalle email, il 14% da file eseguibili, il 2% dall’Url di siti compromessi e solo l’1% (che comunque rappresenta 50 milioni di minacce) da exploit. L’Italia è tra i primi 15 Paesi al mondo quanto a nuove minacce». A Davos, in Svizzera, nel corso del World Economic Forum, è stato sottolineato che il focus dev’essere la protezione dei “voiceless”, i senza voce, come i bambini, che sono tra i più esposti. «E Trend Micro li protegge grazie ai propri 30 anni di global intelligence e a 5 centri di ricerca in tutto il mondo».

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Il parere degli utenti

«Oggi non esiste più la distinzione rigida tra ufficio e casa – ha osservato Gastone Nencini, country manager, Trend Micro Italia -. Il router di casa funziona come testa di ponte verso l‘azienda, nonostante le Vpn, che io chiamo Virus Private Network, in quanto proteggono le comunicazioni ma non i contenuti, quindi trasmettono virus e minacce in modo efficace». Problemi di sicurezza che sono sicuramente vissuti quotidianamente nelle aziende, a partire da quelle pubbliche, come l’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, dove «disponiamo di 400 carrelli con Pc portatili e lettore di codici a barre per assistere i pazienti in reparto ed eseguire esami: altrettante potenziali fonti di problemi di sicurezza» anche perché spesso i sistemi operativi sono obsoleti.

Analogamente, Accenture ha evidenziato come sia «sempre l’operatore umano il vero problema per la sicurezza, a causa di errori o dimenticanze: occorre maggiore collaborazione, anche tra pubblico e privato». Tagetik, infine, ha evidenziato come «il computer più sicuro è quello spento e disconnesso dalla rete, anche perché nel cloud le vulnerabilità derivano spesso da errori dei provider».

Qual è la formula per ridurre i rischi allora? Migliorare la formazione degli utenti, è stata la conclusione condivisa da tutti, tenendo però presente che «La sicurezza è una valutazione basata sull’accettazione di un certo livello di rischio», ha concluso Nencini.