Si aggrava la posizione di Huawei nello scandalo Iran

Huawei scoperta a far affari con l'Iran nonostante le sanzioni

Nuovi documenti confermerebbero che Huawei ha aggirato le sanzioni nei confronti dell’Iran attraverso due società sussidiarie alle sue dirette dipendenze

I rapporti tra Huawei e gli Stati Uniti si stanno incrinando sempre più. L’azienda cinese è sotto inchiesta da parte delle autorità americane con l’accusa di aver aggirato le sanzioni nei confronti dell’Iran e Siria attraverso società che erano solo formalmente indipendenti. Alcuni documenti diffusi da Reuters confermano però che Skycom Tech Co Ltd e Canicula Holdings Ltd erano in realtà sussidiarie del terzo produttore di smartphone mondiale. Questo non solo confermerebbe la violazione da parte di Huawei ma anzi le aggraverebbe, in quanto sarebbero coinvolti molti funzionari dell’azienda.

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L’intera vicenda è iniziata con l’arresto in Canada di Meng Wanzhou, CFO di Huawei e figlia del fondatore, e la richiesta di estradizione negli Stati Uniti. La Cina ha risposto con il fermo di diversi cittadini canadesi con motivazioni poco chiare. La Wanzhou alla fine è stata rilasciata su cauzione ma la questione non si è affatto chiusa. Skycom Tech è ufficialmente un fornitore di componenti elettroniche con sede a Teheran mentre Canicula Holdings nelle Mauritius è la finanziaria che la controlla. I documenti di Routers dimostrano che le due società sono in realtà due dirette controllate di Huawei, realtà confermata dal fatto che un alto dirigente cinese è entrato nel CdA di Skycom. Altri dirigenti invece avrebbero firmato diritti sui conti bancari sia con il fornitore sia con il produttore cinese. Quest’ultimo avrebbe anche condotto affari in Siria attraverso Canicula. La situazione in cui si trova Huawei è lo specchio del braccio di ferro tra Washington e Pechino. La società di Shenzhen sta lavorando per diventare leader nel campo del 5G espandendo la propria infrastruttura in tutto il mondo, cosa che ovviamente in Occidente non è ben vista. Non è infatti un caso che molti Paesi come Nuova Zelanda e Regno Unito abbiano posto il veto alla tecnologia di Huawei per paura di attività di spionaggio.

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