Soluzioni hi-tech per combattere le frodi nel settore alimentare

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Il rischio di contraffazione, la cosiddetta “agropirateria”, può rapidamente intaccare reputazione e profitti

A cura di Francesca Puggioni, Managing Director Southern Europe di Orange Business Services

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Come tutti sanno l’Italia è un paradiso per i buongustai, perciò non sorprende che abbia più alimenti protetti di qualsiasi altro paese europeo. Questo tuttavia espone i suoi produttori alimentari al rischio di contraffazione, la cosiddetta “agropirateria”, che può rapidamente intaccare reputazione e profitti.

L’Italia ha oltre 700 prodotti tutelati tra vini pregiati, aceto balsamico, prosciutto di Parma e una miriade di formaggi artigianali; prodotti da oltre 300.000 aziende in tutto il paese con un valore stimato in più di 13,5 miliardi di euro all’anno. Proteggere questi alimenti di fama mondiale è fondamentale. Il Parmigiano Reggiano contraffatto, ad esempio, costa ai produttori oltre 60 milioni di euro di vendite perse all’anno.

Le frodi nel settore alimentare sono un grande business. Secondo le stime del World Customs Institute, questi reati, che consistono nella sofisticazione, nella sostituzione e manomissione o anche nella presentazione ingannevole di un alimento per ottenere un guadagno economico, costano  all’industria alimentare mondiale circa 49 miliardi di dollari all’anno. La Coldiretti, che rappresenta l’agricoltura italiana, ritiene che la frode alimentare nella sola Italia superi 1,1 miliardi di euro all’anno.

Esistono regolamenti a salvaguardia di questi prodotti unici, in particolare le denominazioni UE di “indicazione geografica” (IG) e specialità tradizionali, ad esempio, che comprendono denominazioni di origine protetta (DOP), indicazioni geografiche protette (IGP) e specialità tradizionali garantite (STG). Il Prosciutto di Parma, ad esempio, è protetto dall’ambita DOP e può essere prodotto solo in una regione geografica intorno alle colline di Parma. Sfortunatamente la contraffazione alimentare è una conseguenza quasi inevitabile dell’enorme valore globale di queste specialità.

Gli artigiani che creano e commerciano questi prodotti alimentari dipendono dalla fiducia dei consumatori. Se la fiducia viene meno, la loro attività è a rischio. Questo è il motivo per cui i produttori alimentari e le agenzie governative si stanno affidando alla tecnologia per combattere le frodi alimentari.

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Tecnologie come la blockchain, l’Internet of Things (IoT) e l’etichettatura intelligente possono diventare modalità molto più sofisticate e trasparenti di tracciare la supply chain alimentare. Offrono il vantaggio aggiuntivo di una conformità normativa più semplice e di un utilizzo ottimizzato dei dati, garantendo al tempo stesso la sicurezza dei prodotti per il consumo umano.

La blockchain, ad esempio, viene già impiegata per migliorare la tracciabilità del tonno, così da ostacolare pratiche di pesca illegali e non sostenibili nell’industria del tonno delle Isole del Pacifico. Permetterà ai consumatori di scoprire esattamente da dove viene il tonno che acquistano.

Il progetto del WWF traccia il pesce da quando viene catturato, taggandolo con un tag RFID. I dispositivi a sensori sulla nave, in porto e nell’impianto di lavorazione caricheranno i dati di ciascun esemplare su una blockchain. Una volta che il tonno viene effettivamente lavorato, il tag RFID viene sostituito da un tag QR univoco applicato alla confezione, anch’esso collegato alla blockchain per tenere traccia del resto del suo viaggio. I consumatori possono scansionare il tag QR con lo smartphone per scoprire tutta la storia.

La società di e-commerce cinese Alibaba collabora con la marca di latte neozelandese Fonterra per sperimentare un’iniziativa che utilizza IoT, blockchain e codici di etichettatura QR univoci dei prodotti in modo simile per tracciare il latte attraverso la supply chain.

Combattere le frodi alimentari

La frode alimentare è una questione complessa: può assumere molte forme diverse, dalla sofisticazione fino alla manomissione e al furto. Se a questo aggiungiamo una catena alimentare con numerosi player, processi di import-export e vari punti di contatto, vediamo che si tratta di una sfida complessa, impossibile da tenere sotto controllo tramite misure tradizionali.

C’è una necessità crescente di colmare il divario tra i dati relativi alle attività della supply chain del cibo e l’autenticità del marchio, e la tecnologia ha un ruolo centrale da svolgere.

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L’IoT, ad esempio, ruota attorno a connettività smart e dati, collegando oggetti fisici a Internet in modo che possano comunicare tra loro e fornire informazioni preziose sui dati. Le masse di dati generate dalla tecnologia dei sensori possono aiutare a trasformare le operazioni attraverso la tracciabilità e la conformità monitorando i tempi di produzione e spedizione, ad esempio evidenziando dove possono essere apportati miglioramenti. In termini di logistica, l’IoT può anche contribuire a fornire maggiore trasparenza e visibilità nel processo di produzione, gestione e distribuzione.

La blockchain aiuta a eliminare i prodotti contraffatti

La blockchain è stata sviluppata come un libro mastro decentralizzato dove si possono solo aggiungere informazioni (“append-only”). Gestito da una rete peer-to-peer globale, ogni blocco si collega al resto, creando una catena irreversibile e immutabile.

Tutte le transazioni relative a un prodotto alimentare possono essere convalidate in ogni momento sulla blockchain. Questa trasparenza significa che qualsiasi tentativo di manomettere un prodotto alimentare lungo la supply chain può essere rapidamente identificato e il prodotto fermato prima che raggiunga la sua destinazione: così alimenti falsi, potenzialmente pericolosi, non arrivano sugli scaffali, e i consumatori possono essere certi che il cibo che stanno acquistando è esattamente quello riportato sull’etichetta.

La blockchain è in grado di compiere un ulteriore passo avanti e di fornire informazioni alimentari direttamente al consumatore. Tramite un codice QR e uno smartphone, i consumatori possono scansionare un prodotto in negozio e ricevere una cronologia completa della sua provenienza come registrata nella blockchain. In Francia, ad esempio, la catena di supermercati Carrefour sta introducendo codici QR su carne di maiale e pollame: i consumatori potranno vedere dove è stato allevato ogni animale, il nome della fattoria da cui proviene, con cosa è stato nutrito e così via.

Il segretario generale di Carrefour Laurent Vallée ha confermato che il gruppo estenderà l’uso del sistema ai suoi 300 prodotti freschi in tutto il mondo entro il 2022, garantendo una supply chain sicura e consentendo ai clienti di avere fiducia nel loro cibo. La catena americana Walmart utilizza un metodo simile con i suoi fornitori di ortaggi, per garantire ai clienti la tracciabilità dal campo alla tavola.

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La blockchain potrebbe rivelarsi utile anche per effettuare verifiche nella supply chain del vino e individuare contraffazioni. VeChain, una start-up in ambito blockchain con sede a Shanghai, sta lavorando con una cantina italiana per verificare i vini importati in Cina, dove le bottiglie false rappresentano un grosso business: il Consiglio di Bordeaux ritiene che  nel paese ogni ora siano vendute almeno 30.000 bottiglie di vino contraffatto.

La start-up intende includere un chip NFC (Near Field Communication) nel tappo del vino. Se il chip è danneggiato in qualsiasi modo è impossibile leggere o scrivere dati sulla blockchain.

Etichette intelligenti

Il whisky scozzese Johnnie Walker Blue Label sta combattendo contro le contraffazioni grazie all’etichettatura intelligente. L’etichetta intelligente sulle bottiglie utilizza la tecnologia dei sensori Thinfilm che sfrutta le funzionalità di Near Field Communication (NFC) degli smartphone.
La tecnologia consente di tracciare le bottiglie tramite le etichette dei sensori lungo tutta la supply chain. I tag sono codificati completamente e permanentemente in fase di produzione e non possono essere copiati o modificati elettricamente, così che i consumatori possano essere sicuri che la bottiglia di whisky che hanno acquistato è legittima. Inoltre, i tag sono leggibili anche quando il sigillo di fabbrica è rotto, il che protegge ulteriormente l’autenticità del prodotto.

La tracciabilità del cibo è il futuro

Stiamo vedendo emergere tecnologie che hanno il potenziale per contrastare realmente le frodi alimentari e rafforzare la sicurezza alimentare per garantire che il cibo che acquistiamo, incluso quello con denominazioni di origine protetta, sia genuino e sicuro. Finalmente i produttori saranno in grado di realizzare il loro sogno di offrire ai consumatori un’immagine completa dei loro prodotti, dal campo alla tavola.