Arisa: «La musica nasce per tutti»

«La musica digitale non esclude i cd»

Arisa è un’affezionata del Festival di Sanremo, dove ha sempre ben figurato. La ritroviamo sul palco dell’Ariston per la quarta volta, con i brani “Lentamente (il primo che passa)” e “Controvento”. Durate il Festival Arisa pubblicherà il suo nuovo album, “Se vedo te”. A novembre è uscito il suo secondo libro, ma Arisa è anche attrice, doppiatrice e protagonista in tv: ultima avventura, X Factor.

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Solo per limitarci ai suoi ultimi impegni, lo scorso ottobre abbiamo trovato Arisa nelle vesti di doppiatrice per il film d’animazione “Cattivissimo me” in cui dava voce a Lucy Wilde; a novembre è stato pubblicato il romanzo “Tu eri tutto per me”. Ad aprile, arriverà nei cinema il film “Barry, Gloria e i Disco Worms” (storia di vermetti che fondano una band), in cui lei dà voce al personaggio di Gloria. Ma per Arisa, ora, è il momento della musica.

Data Manager: Cosa caratterizza questo disco? Ci sono influenze diverse dal solito, per te: un po’ di elettronica, un accenno di gospel…

Arisa: Mi caratterizza la comunicazione, canto quello che mi appartiene. I generi musicali li abbiamo inventati noi per chiarirci le idee, ma non è detto si debbano avere le idee chiare. Io non ce le ho.

Da quanto tempo lavori su questo disco?

Ci lavoro da tanto, il primo brano mi è arrivato da Marco Guazzone due anni fa. Eravamo a Sanremo e ho chiesto alla sua manager di incontrarlo perché mi piaceva. Con gli Stag (il gruppo di Guazzone, nda) abbiamo registrato una canzone insieme. L’aveva scritta Marco per i Frères Chaos (erano nella squadra di Arisa a X Factor, nda) ma loro non l’hanno voluta cantare. Per ora è finita in un cassetto ma uscirà, non so quando ma uscirà.

 

Perché torni di nuovo a Sanremo?

Andrei e andrò ancora a Sanremo perché è sempre un ottimo modo di presentare un progetto. A me del Festival piace tutto, mi sento una diva per una settimana. Mi piace emozionarmi, si vive di emozioni.

Gli ultimi dati relativi al mercato discografico italiano dicono che il 2013 ha segnato un +2%. È dal 2002 che il mercato non era in crescita, e lo si deve alla musica digitale, a servizi come Deezer e Spotify. Secondo te siamo arrivati a una svolta?

Personalmente non ho vinili ma in vita mia ho comprato tantissimi dischi. Ora mi sono fermata, con Spotify non c’è ragione di comprarne. Sono felice di fare dischi, ma avere in mano il disco inteso come supporto fisico non mi dà tanto. Sono interessata al fatto che la gente ascolti la mia musica e venga ai miei concerti. Per fare un cd come dico io ci vorrebbero troppi soldi. Devi fare un booklet di 4 pagine se no costa troppo, devi fare la foto e ‘appiccicarla’ là… Che poi il booklet te lo fai da solo su internet, dove c’è questa mania collettiva degli autoscatti (Arisa non ne è immune, nda).

Addio ai vinili?

Bisogna avere tutti e due, il digitale e i cd. Mia madre, mia zia, mia cugina, non scaricano il digitale. Io quando sarò vecchia non scaricherò canzoni. Bisogna dare la possibilità dell’acquisto a tutte le persone che amano la musica. Mi arrabbio perché i miei cd non si vendono all’autogrill, l’unico posto dove compro ancora dei dischi: sto lì, perciò li compro. Comunque, intendo dire che la musica nasce per tutti. Dovremmo abbassare il prezzo dei cd? Sì, ma allora anche quello della carne, dovremmo abbassare tutto.

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