Intervista a Miguel Bosé: il nuovo album, le cose che ama, fare musica nel 2015

«Oggi l’immediatezza comanda. Non è che sia sbagliato, è segno dei tempi»

E’ stato pubblicato il 27 gennaio il nuovo album di inediti di Miguel Bosé intitolato “Amo”. Artista poliedrico e carismatico, cantante ma anche attore e conduttore televisivo, invita tutti a fare un viaggio dentro quello che è il suo mondo attraverso le nuove canzoni (di cui quattro in italiano nella versione speciale del cd per il nostro paese). Il nostro incontro si chiude poi con una riflessione sulla realtà della discografia oggi.

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Data Manager: Com’è nato questo disco?

Miguel Bosé: Con il tempo. Ho scritto le prime cose due anni e mezzo fa, e si sente che ho avuto tutto il tempo che ho voluto per farlo. Penso sia un album fatto di materiale solido, bello, compatto, positivo e colorato. Ho avuto il tempo per guardarlo anche a distanza, dopo aver fatto riposare le canzoni. E’ un disco che ho fatto a casa, mentre godevo della mia famiglia, dell’orto, dei cani: sono ripartito da un Miguel low profile.

Il titolo dell’album è “Amo”: inevitabile chiederti cosa ami…

La canzone “Amo” parla della conoscenza ed è quella che ha messo in moto tutto. La copertina del cd è piena di tutte le cose che mi affascinano fin dall’infanzia: astronomia, fisica, mondo minerale, vegetale e animale, letteratura, invenzioni… questo disco è un viaggio immenso attraverso uno dei tratti principali del mio carattere, che è un’insaziabile curiosità. Ho voluto cantare tutte le cose che amo, in cui credo, tutto quello che arriverà e che non posso neanche immaginare.

MIGUEL BOSE_ Amo_Album

Tra i tuoi libri preferiti quali indicheresti?

Impossibile, sono centinaia, da Kafka a Verne. Ho sempre letto moltissimo, fin da bambino. Oggi leggo ancora con assiduità, sempre due o tre libri in contemporanea; li apro in base all’umore. Penso che non sia vero che oggi si legga meno. La gente legge meno carta, ma leggiamo dieci volte di più di un tempo. Al mattino accendiamo il pc e a mezzogiorno abbiamo inghiottito 60, 70 pagine solo di informazioni di lavoro.

A proposito di internet, i fan oggi ti chiedono più autografi o più selfie da pubblicare online?

Prima l’autografo e poi la foto.

Come vedi dal tuo punto di vista privilegiato il futuro della discografia?

La musica è cambiata, non vedremo più quello che ho vissuto io in passato. Chi arriva oggi nel mondo della discografia parte da quello che c’è. Oggi non si cercano più artisti ma canzoni. Se hai la fortuna di azzeccare due brani di successo, molto condivisi e con tante visualizzazioni su internet, forse un’etichetta discografica ti avvicina e ti offre un contratto. Io ho una carriera che abbraccia quattro generazioni: di queste, due non concepiscono il cd e non ne possederanno mai, per loro è tutto download. L’industria non ha più soldi per costruire un artista, a cui servono terra, luce, cure, perché è un seme che dovrebbe diventare albero. Oggi l’immediatezza comanda. Gotye dove è? Pensate a quello che è stato, la sua canzone si sentiva ovunque, e adesso?

A te piace questa realtà?

Non è che sia sbagliato, e a me non spaventano i segni dei tempi. Io ho vissuto negli anni ’80 – quella che sarà ricordata come una decade brillante per la musica – il massimo della mia carriera; adesso le cose sono diverse. Ma la richiesta di musica ci sarà sempre, domani più di oggi.

 

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