BSA: “Stop al protezionismo digitale”

La Software Alliance propone un’agenda con lo scopo di stimolare il commercio di prodotti e servizi nell’era digitale

Le regole del mercato globale non si sono adattate alle rapide innovazioni di prodotti e servizi software-driven, come il cloud computing e data analytics. Ad affermarlo è BSA | The Software Alliance, che presenta oggi il nuovo studio “Powering the Digital Economy: A Trade Agenda to Drive Growth”. Contro la diffusione del protezionismo digitale, BSA propone un’agenda che vuole stimolare il commercio digitale, promuovere l’innovazione e creare regole di gioco comuni per tutti i player del settore ICT.

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“Le tecnologie software-driven stanno rivoluzionando l’economia e tutti gli aspetti della vita. Per ottenere i massimi benefici da questi progressi, i governi devono incoraggiare e non inibire il commercio digitale”, ha affermato Victoria Espinel, Presidente e CEO di BSA. “Abbiamo bisogno di regole di mercato più moderne, che prevengano nuove forme di proibizionismo IT e assicurino un libero scambio di informazioni.”

“Stiamo negoziando accordi sia nelle aree dell’Atlantico che del Pacifico e stiamo approfondendo diversi discorsi su prodotti e servizi IT. Abbiamo un’opportunità storica per dare forma a un’agenda commerciale per l’era digitale”, ha proseguito Espinel. “Gli accordi che riconoscono l’impatto dirompente del commercio digitale stimoleranno le aziende di ogni dimensione a innovare, crescere e a lavorare per offrire ai consumatori prodotti e servizi migliori. Questo creerà posti di lavoro e migliorerà la qualità della vita.”

Lo studio BSA elenca alcuni esempi di protezionismo digitale, che precludono i benefici dei prodotti e dei servizi software-enabled, come le restrizioni sul flusso di comunicazione tra Paesi o le certificazioni tecnologiche nazionaliste, oltre ai favoritismi governativi nei confronti di prodotti e servizi IT locali.

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Per stimolare il commercio di prodotti e servizi nell’era digitale, BSA propone un’agenda di tre punti:

Le regole del mercato devono riflettere la realtà del commercio digitale. Bisogna facilitare il commercio di servizi innovativi come il cloud computing, abbattere le barriere per consentire il libero scambio di informazioni ed evitare la regolamentazione di dove i server o altre infrastrutture IT devono essere collocate.

Promuovere il continuo progresso dell’innovazione tecnologica. Un’agenda commerciale deve assicurare protezioni moderne per le proprietà intellettuali e incoraggiare l’utilizzo di standard tecnologici spontanei e orientati al mercato.

Creare delle regole di gioco uguali. I governi dovrebbero essere completamente trasparenti nelle scelte d’acquisto delle tecnologie. Le decisioni dovrebbero bassarsi su come un prodotto o un servizio soddisfa al meglio le esigenze e dà valore, non su dove la tecnologia è stata sviluppata.

“Nell’era digitale, ogni paese che vuole competere a livello globale ha bisogno di un’agenda che includa policy di mercato che guardano al futuro.” Ha concluso Espinel. “I governi devono riconoscere che una gestione delle informazioni a compartimenti stagni, in un mondo connesso, è penalizzante. Nessuna nazione sarebbe in grado di crescere economicamente in una situazione di isolamento, come invece accade all’interno di un solido sistema di relazioni commerciali”.