BYOD: dall’azienda alla scuola

I consigli di Ipswitch per una corretta gestione del BYOD nelle scuole

Che il fenomeno del BYOD (Bring Your Own Device) stia assumendo un peso crescente in ambito business è ormai chiaro a tutti: tuttavia, un altro settore che merita di essere tenuto d’occhio a causa del suo enorme potenziale è quello dell’istruzione. Partiamo da una statistica: secondo il recente rapporto “Mobile internet access and use among European children” realizzato nell’ambito del progetto Net Children Go Mobile della Commissione Europea, il 53% dei ragazzi fra i 9 e 16 anni utilizza uno smartphone.

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Di conseguenza, sono molto alte le probabilità che i giovani introducano in aula i propri telefoni cellulari, tablet o pc e che, naturalmente, desiderino connettersi al network della scuola. E’ a questo punto che bisogna cercare di sfruttare al massimo il potenziale educativo del BYOD: dare agli studenti la possibilità di connettersi non significa aprire le porte ai social network o ad altre distrazioni, ma offrire ulteriore materiale didattico, nuovi strumenti di formazione.

Innanzitutto vanno considerati alcuni dati di fatto: non tutte le scuole italiane sono dotate di un numero adeguato di postazioni internet e, spesso, i pc a disposizione sono obsoleti. L’utilizzo del proprio pc o tablet aprirebbe dunque le porte a una maggiore alfabetizzazione informatica, in quanto consentirebbe a tutti gli alunni di accedere al web quando le postazioni disponibili nell’istituto risultano occupate da altri studenti.

“L’adozione di una politica BYOD può costituire sicuramente uno spunto per un approccio all’insegnamento del tutto nuovo e interattivo, ma è importante saperlo gestire correttamente, affinchè la situazione non sfugga di mano”, commenta Chiara Ornigotti, Business Development Manager Southern Emea di Ipswitch, Network Management Division.

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Di seguito, i consigli di Ipswitch, azienda che fornisce soluzioni software per il monitoraggio e la gestione delle reti, per una corretta gestione del BYOD nelle scuole:

1. Definire una policy

In collaborazione con lo staff IT, va definita una policy BYOD ben chiara e comprensibile agli studenti, che specifichi non solo chi può accedere alla rete e con quali dispositivi, ma anche le conseguenze dell’infrazione del regolamento. Va poi designata una persona responsabile dell’implementazione del BYOD, che supervisionerà l’intera procedura

2. Garantire la sicurezza

Se garantire la sicurezza è sempre fondamentale, in ambito scolastico lo è ancora di più. Gli studenti vanno protetti da contenuti inappropriati anche quando utilizzano il loro smartphone: andranno dunque implementati filtri efficaci che ostacolino l’accesso a siti di giochi online o altro materiale non educativo che potrebbe essere fonte di distrazione. Ovviamente sarà necessario anche garantire la sicurezza ‘fisica’ dei dispositivi per impedirne il furto o la perdita a scuola: una soluzione potrebbe essere quella di allestire una cassetta o un deposito di sicurezza per gli alunni.

3. Proteggere la rete

La rete scolastica deve garantire la sicurezza degli studenti, ma anch’essa necessita di essere protetta: l’ingresso dei vari dispositivi potrebbe renderla necessariamente più vulnerabile. Per tanto, il network deve essere sempre aggiornato in termini di firewall e di antivirus per impedire a smartphone e tablet ‘infetti’ di contagiarlo.

4. Gestire la rete

Nel momento in cui verrà annunciata agli studenti la possibilità di accedere alla rete scolastica, è lecito prevedere un aumento dei dispositivi connessi, di diversa marca e tipologia. Oltre ai propri Pc, la rete dovrà perciò essere in grado di supportare e monitorare una miriade di altri dispositivi, il che potrebbe rendere indispensabile l’aggiornamento o l’espansione della rete. E’ quindi importante prevedere l’impiego di una soluzione di network management per assicurare una gestione quanto più ottimale possibile.

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“Mentre il mondo diventa sempre più mobile e sempre più connesso, il BYOD non tarderà a raggiungere anche il sistema didattico: il potenziale per lo sviluppo tecnologico nelle scuole è altissimo e gestirlo non sarà difficile, se si adotteranno le dovute misure e precauzioni”, conclude Ornigotti.