Facebook, una grande occasione, ma non per tutti

Il grande giorno di Facebook sta ormai per arrivare. La data del debutto in Borsa del social network è prevista per il 18 maggio. Sarà quotata al Nasdaq e il prezzo atteso per l’azione oscilla intorno ai 30 dollari per azione. Considerato che la valutazione approssimativa dell’IPO, secondo indiscrezioni, è di 100 miliardi di dollari, significa essere disposti a pagare circa 33 volte il fatturato che la società ha raggiunto nel corso del 2011, circa 3 miliardi di dollari.. Un prezzo di gran lunga maggiore a quanto viene oggi valutata Google alla quale viene riconosciuto un prezzo pari a 5 volte il fatturato dell’ultimo anno fiscale.

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Alla vigilia della quotazione del più importante social network si moltiplicano le perplessità riguardo al valore di collocazione prospettato. Perché il prezzo possa essere considerato equo Facebook dovrebbe raddoppiare i ricavi ogni anno. Un ritmo difficilmente sostenibile, considerato che sì, nel corso del 2011 i ricavi sono cresciuti dell’88% rispetto al 2010, quasi raddoppiati quindi, ma che nel primo trimestre del 2012 l’aumento è stato del 37%, per un valore complessivo di 872 milioni di dollari, una crescita inferiore alla media del precedente anno. Vi sono però analisti che affermano che il valore di Facebook possa essere sostenuto a parità di una crescita media annua del 45% per i prossimi cinque anni. Significa che Facebook dovrebbe crescere a ritmi molto maggiori di Google che nel corso del 2010 e 2011 ha riportato aumenti, rispettivamente del 24% e del 29%.

Si deve inoltre tenere presente che le potenzialità di crescita possono essere in parte attenuate dalla saturazione dei mercato dove oggi è presente Facebook. La società ha infatti raggiunto un picco difficilmente superabile, il miliardo di utenti, e un’espansione significativa potrebbe avvenire solo se il social network sbarcasse in Paesi come Russia o Cina, o altre aree emergenti.

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Insomma il costo per acquistare azioni del gruppo di Zuckerberg è caro. Ma l’entusiasmo è tale che, con tutta probabilità, l’operazione andrà a buon fine. Sicuramente chi farà i migliori affari saranno i grandi fondi di investimento, le banche e i fondi pensione, che sono, come sempre accade per quanto riguarda le IPO, gli interlocutori diretti delle banche d’affari che gestiscono la partecipazione all’operazione finanziaria e si aggiudicano le quote dei pacchetti azionari in anticipo rispetto alla data ufficiale. Sarà inizialmente questo club ristretto della finanza a guadagnare sul probabile effetto montante che caratterizzerà i primi giorni di quotazione del social network. Cosa accadrà poi nessuno può dirlo. Il titolo potrebbe essere tenuto alto anche in presenza di una dinamica di crescita inferiore alle aspettative, poiché Facebook si trova nella condizione di poter drogare il mercato a vantaggio di tutti coloro che lo sosterranno finanziariamente.