Fratture guarite con stampa in 3D? Arriva “Osteoid”, il gesso del futuro

Era solo una questione di tempo perché la stampa in 3D venisse applicata anche alla guarigione delle fratture ossee: nasce così “Osteoid”, dalla brillante idea del designer turco Deniz Karasahin, che ha utilizzato la tecnologia della stampa in 3D per produrre una struttura in termoplastica leggera e inodore, in grado di sostituire il vecchio gesso. 

Non stupisce più di tanto ormai la notizia di una nuova applicazione della stampa in 3D, di cui si sente parlare sempre più spesso in relazione ad applicazioni sempre più incredibili: dai componenti per aeroplani a sensazionali realizzazioni come il primo palazzo costruito con la stampa in 3D ad Amsterdam; in ambito bio-medicale questa tecnologia è stata ampiamente utilizzata per la riparazione di retine danneggiate, fino a salvare vite umane come nei recenti casi di trapianti di cuore, di bronchi e persino di un cranio stampati in 3D.

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Un prototipo all’avanguardia

In realtà risale allo scorso anno un precedente importante in quest’ambito: la creazione da parte di uno studente del Victoria University di Wellington Jake Evill di un prototipo chiamato Cortex, costituito da un supporto rigido in grado potenzialmente di sostituire il gesso tradizionale per guarire le fratture, con il vantaggio di essere leggero e inodore.

Il lavoro di Karasahin ha contribuito a migliorare ulteriormente questo prototipo di base, con l’integrazione di un dispositivo a ultrasuoni con lo scopo di accelerare il processo di guarigione.

Guarigione più efficace dell’80%

Ispirato al materiale spugnoso di cui sono costituite internamente le ossa, il nuovo prototipo hi-tech è stato insignito quest’anno del premio A’Design Award per le forme ed i prodotti stampati in 3D. Il team del designer turco spiega che la struttura leggera può essere realizzata su misura per ogni paziente e può essere progettata in colori diversi.

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Ma la vera innovazione è rappresentata dall’uso di ultrasuoni pulsati a bassa intensità (LIPUS), che migliorerà il processo di guarigione dell’80%.

Inoltre il nuovo gesso in 3D potrà essere indossato solo per poche ore al giorno, anche questo è un grosso vantaggio rispetto al fastidioso e invasivo gesso tradizionale

Un ulteriore miglioria è stata quella di creare un meccanismo di bloccaggio che protegge l’arto e che consenta una facile apertura. Tuttavia c’è ancora tempo di raffinare il prototipo con tutti gli accorgimenti necessari, prima che il prototipo possa diventare definitivo.