Noemi: da Sanremo a The Voice, passando per Londra

Si intitola “Made in London” il nuovo album di Noemi in uscita il 20 febbraio. Noemi, che nelle prossime settimane sarà più attiva che mai. Parteciperà al Festival di Sanremo con i brani “Bagnati dal sole” e “Un uomo è un albero”, e tornerà nelle vesti di coach al talent di Rai Due The Voice

《Ispirazioni? Anche da riflessioni nate su YouTube》

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C’è una Noemi un po’ inedita in questo disco, “Made in London”, una Noemi non solo interprete ma anche autrice; il sound delle nuove canzoni è influenzato (volutamente) dalla sua permanenza londinese. Con questo cd Noemi torna al Festival di Sanremo, e ritorna anche a The Voice.

Data Manager: Ci racconti cosa rappresenta questo album?

Noemi: Volevo cambiare le carte in tavola. Per me trasferirmi a Londra, dove si fa la musica che ascolto, ha avuto un significato particolare. Il brano “Don’t get me wrong” è proprio l’esempio di cosa intendo con ‘far entrare il mood di Londra’ nella mia musica. Tutto è nato da una domanda…

Quale?

Si può fare un disco che suoni internazionale senza perdere la mia identità? Il disco è la risposta a questa domanda. Sono molto legata al mio paese e alle mie radici, però avevo bisogno di fare qualcosa di diverso dal passato. Nel disco, in cui ho scritto quasi tutte le canzoni con tante belle collaborazioni, non ci sono testi d’amore miei, perché volevo evitare la banalità. Mi assumo interamente la responsabilità delle decisioni prese per questo album (risata, nda).

Ci racconti qualche aneddoto su come nascono le tue canzoni?

Per esempio, ho fatto io con garage band (risata, nda) il loop di archi per “Un fiore in una scatola”, e poi da lì è nata tutta d’un fiato la prima strofa di questa canzone. L’ultimo brano del disco, “Alba”, l’ho scritto da sola, nella mia stanza con il pianoforte. Chiude l’album, ma la chiusura del cd spero sia l’inizio del lavoro duro, cioè del live che inizierà il 17 aprile al teatro degli Arcimboldi di Milano e terminerà il 23 maggio all’Auditorium Conciliazione di Roma. E prima c’è Sanremo, importante per dare giusto rilievo al mio disco.

 

Tra i collaboratori del disco c’è Daniele Magro, tuo compagno a X Factor.

Daniele Magro è molto bravo, ed è un mio amico. Ha scritto “Tutto l’oro del mondo”, brano di cui io ho curato gli arrangiamenti per dargli una cornice moderna che facesse risaltare l’importanza del testo, una dedica di un tenerezza e profondità sconcertanti se si pensa alla giovane età di Daniele. L’ispirazione per questo tipo di arrangiamento è nata su YouTube.

Su YouTube? Cioè?

Ho visto un’intervista di Alda Merini appunto su YouTube – grande poetessa, lei, che amo molto. Le chiedevano ‘la poesia che fine ha fatto’? Lei diceva ‘dove siamo finiti… Avete iniziato a dirci che eravamo pallosi e pesanti, noi poeti’. Questo mi ha fatto riflettere su come far passare il messaggio di Daniele nel modo più diretto e meno pesante possibile, per farlo arrivare.

La tecnologia in questo disco…

Torniamo a lavorare alla vecchia maniera! L’elettronica è fighissima, ma il rapporto umano è importantissimo. A Londra ho trovato l’amore per la creatività che nasce dagli incontri, e che mi piace proprio tanto. Dai, esportiamo la nostra musica e il nostro cuore! L’Italia nonostante tutto è un gran bel paese.

Hai accennato a Sanremo: come vivi questa partecipazione?

Vincere o perdere… l’importante è partecipare. Vasco e Zucchero sono arrivati ultimi, quindi qualche conto me lo faccio (risata, nda). Sanremo è il nostro Grammy, è il Festival più importante d’Italia. E poi, qualcuno dice che vincere porta male…

Ma a Marco Mengoni è andata proprio bene. A proposito di live, come ‘suonerà’ questo disco dal vivo?

Gli arrangiamenti saranno quelli dell’album, ma il disco sarà comunque più suonato.

Periodo pieno, per te. Non dimentichiamo che torni a fare la coach a The Voice.

Sì, perché voglio dare una chance ai ragazzi che si presentano. Che sfruttino l’occasione per emergere.

 

Photo Credits: Julian Hargreaves

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