Ricercatrice italiana scopre il DNA a quadrupla elica

Giulia Biffi, 26enne bergamasca, ha scoperto una nuova struttura del DNA presso il laboratorio del St John’s College di Cambridge

L’eccellenza italiana nel campo delle scienze è tutta al femminile. Dopo la possibile copertina di Time della ricercatrice del Cern Fabiola Gigliotti, un’altra giovane scienziata italiana, ovviamente emigrata all’estero, ha scoperto nell’ambito della medicina cellulare, più o meno lo stesso campo di indagine della indimenticata Rita Levi Montalcini, la quadrupla elica del DNA che potrebbe servire a scoprire una cura contro il cancro.

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La scoperta

Giulia Biffi, ricercatrice bergamasca 26enne, durante i suoi studi per il dottorato al laboratorio del St John’s College di Cambridge, lo stesso in cui James Watson e Francis Crick 60 anni prima scoprirono la struttura a elica del DNA, ha scoperto che il DNA può assumere nell’uomo anche la forma a quadrupla elica. “Ho visto nelle cellule umane queste strutture “cuboidali” chiamate “G-quadruplex” (G sta per guanina, una delle basi del Dna). — spiega la Biffi a Il Giorno —. Sono strutture secondarie alternative alla doppia elica che sono state studiate in provetta per anni. E dal momento che una volta formate sono molto stabili in condizioni fisiologiche, si ipotizzava potessero formarsi anche in cellula. Ora sappiamo che si possono formare, ma è solo l’inizio. Scoprire o meno se abbiano una funzione sarà la parte difficile”.

Per quanto riguarda la scoperta di una possibile cura contro il cancro, la Biffi frena subito l’entusiasmo affermando che “la scoperta di queste strutture in cellula è solo l’inizio. Non sappiamo ancora se possano essere considerati biomarkers ad esempio in cellule tumorali. Quello che sappiamo è che sembrano formarsi soprattutto durante la replicazione del DNA”.

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La giovane ricercatrice si è anche soffermata sullo stato della ricerca in Italia dove non pensa di tornare a breve. “Purtroppo in Italia mancano i finanziamenti e la figura del ricercatore non è apprezzata a tutti i livelli” – ha spiegato la Biffi – “La situazione dell’Università italiana è sempre più minata dalle politiche di governo e dai tagli alla ricerca”.