Il flop di Flip

A seguito del mutamento di strategie annunciato dal Ceo di Cisco, John Chambers, ecco il primo intervento che mira ad azzerare gli investimenti in aree non strategiche.

Eccessiva diversificazione e dispersione di risorse, occorre razionalizzare l’offerta aveva detto il Ceo, mettendo implicitamente in gioco il futuro di alcune attività avviate nella fascia consumer. E arriva oggi la prima decisione: chiudere la divisione che si occupa della produzione di videocamere tascabili Flip. Intervento che implica anche il licenziamento di 550 persone.

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La ragione del flop di Flip la si imputa principalmente all’evoluzione e progressione tecnologica degli smartphone che utilizzano ormai videocamere che consentono di registrare video in alta definizione con qualità pari o addirittura superiore a quelle delle Flip con il vantaggio di poter caricare i filmati direttamente sul web sfruttando connettività 3G o Wi-Fi. La storia di Flip conferma inoltre la difficoltà di esser sul mercato con un prodotto monofunzione, dedicato esclusivamente alla gestione di una singola attività.

Pure Digital, società proprietaria di Flip, era sta acquista nel 2009 per un valore di 590 milioni di dollari. Nel corso del 2010 il valore delle vendite generato dalle piccole videocamere è stato di 317 milioni di dollari. Evidentemente non sufficiente a ripagare la bassa marginalità di profitto del prodotto. Ma questo è solo il primo segnale della trasformazione avviata.

Las sfida è riportare l’azienda nell’alveo di uno sviluppo sostenibile. E l’impegno nella sfera dei prodotti offerti ai consumatori finali sembra non essere più coerente con una strategia di questo tipo. Gli analisti intravedono anche la possibilità che venga messa in discussione la mega acquisizione di Scientific Atlanta, compiuta nel 2005 per una cifra superiore ai 5 miliardi di dollari.

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