Cresce il movimento antagonista a Facebook

Negli Stati Uniti Facebook sta per raggiungere un punto di saturazione

Mentre nelle altre parti del mondo il social network sta continuando a incrementare il suo audience – a livello globale l’azienda afferma di avere 800 milioni di utenti attivi – negli States, gli attuali 200 milioni che ogni mese visitano regolarmente il sito potrebbero costituire il picco di massima espansione di Facebook.

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Un articolo del New York Times mette in evidenza come più e più persone, non solo quelle di età anagrafica più avanzata, ma un ampio segmento delle generazioni più giovani, stiano ormai snobbando quello che è diventato il luogo comune della internet generation. Sotto accusa da parte di coloro che avversano Facebook è soprattutto la mancanza di privacy, l’insostenibile esposizione di sé a un pubblico che non ha alcuna vera relazione con il proprio vissuto.

Nel periodo ottobre 2010 – ottobre 2011 l’incremento del numero di americani che hanno visitato il sito è stato del 10%, mentre nello stesso periodo del precedente anno la progressione era stata del 56%. Cifre che evidenziano come si stia per approssimarsi una nuova fase nella vita di Facebook, non più quella contraddistinta da una crescita senza soluzione di continuità, ma quella di una maturazione e sostanziale mantenimento del numero di utenti attuali.

In quei Paesi dove Facebook è presente da più tempo, come appunto gli Stati Uniti, inizia quindi a farsi strada un movimento anti-facebook, persone che ritengono che esistano più svantaggi che reali vantaggi nell’essere presenti tra le pagine web del social network. Se per molti Facebook è diventato uno strumento insostituibile per gestire le proprie relazioni, cresce il numero di persone che ne contestano l’utilità.

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Informazioni e dati personali sono la ricchezza di Facebook. Informazioni e dati sono necessari per vendere pubblicità, la vera fonte di ricavi del media sociale. Essere parte di Facebook vuol dire accettare che le proprie informazioni siano fonte di un profitto pubblicitario. Nonostante esista una contrarietà ideologica all’uso di Facebook, per la maggior parte degli antagonisti la critica più forte è comunque legata alla fragilità e aridità dei rapporti personali che si sviluppano in rete. Un sentimento che alla lunga potrebbe rimettere in discussione l’idea stessa di Facebook.