All’Atlantic il digitale vale più del CD

Il 2007 è stato l’anno in cui per la prima volta il numero di vendite di Cd è stato superato dal numero di download digitali (fonte Recording Industry Association of America). A questo punto ci si chiede quando e se si potrà assistere a un sorpasso per volume di fatturato. Nel 2007 il mercato digitale rappresentava circa un decimo del volume di affari complessivo dell’industria discografica (termine ormai anacronistico, i dischi non esistono praticamente più, il vinile sopravvive per una elite di amatori). Esistono però alcune eccezioni. La storica etichetta Atlantic, oggi di proprietà dalla Warner Music, ha rivelato che più della metà delle vendite sul mercato americano è oggi costituito da download digitali. Quello della Warner è al 27% con un rapporto di crescita rispetto al 2007 del 39%.
Forrester Research stima che la vendita complessiva di prodotti musicali si ridurrà progressivamente nei prossimi anni passando dagli attuali 10,1 miliardi di dollari a 9,2 miliardi nel 2013. Nel 1999 il valore era di 14,6 miliardi. Forrester non si sbilancia nel dire quando potrà avvenire il sorpasso, ma vi sono tutte le condizioni perché nel giro di cinque anni la metà di quei 9 miliardi sia di derivazione digitale. In definitiva quello che ci dicono i dati è che l’incremento del digitale non è in grado di compensare la perdita dei volumi di vendita su media tradizionali.
Il passaggio da analogico a digitale mette a dura prova l’intero settore dei media. Anche i grandi editori stanno affrontando la trasformazione del mercato con non poche difficoltà; al New York Times la componente di investimento pubblicitario online è del 12,4% e non sana il buco della pubblicità cartacea persa progressivamente negli anni.

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