Berlusconi e le regole per redimere Internet

Berlusconi si fa paladino della regolamentazione di Internet e intende mettere in discussione il tema in occasione del prossimo G8. Berlusconi, Internet, Regole? Non si sa bene quali siano gli intenti che muovano questa nobile crociata in una prospettiva internazionale nella quale – parole di Berlusconi – l’Italia possa essere avanguardia. Se la dichiarazione fosse seria e fondata , se davvero alle parole, seguissero i fatti, non ci sarebbe nulla di cui scandalizzarsi. Che Internet sia un Far West e che non vi siano fondamenti giuridici che ne preservino e ne valorizzino il ruolo, segnando un confine tra ciò che è lecito e illecito,  potrebbe esser un valido argomento di discussione. Una sorta di carta costituzionale per il Web, perché no? Il dubbio è che la parola regolamentazione, detta da un personaggio come Berlusconi, contenga un significato liberticida. Come dire, fino ad oggi avete fatto come vi pare e piace, adesso la musica cambia… in peggio. Regolamentare cosa? Fino ad ora non esiste un diritto internazionale per Internet.  La regolamentazione è di fatto coincisa con la possibilità da parte di Paesi non propriamente democratici di restringere le libertà personali e impedire una circolazione delle idee e opinioni in contrasto con le singole autorità. E’ vero oggi tutto è possibile, teoricamente. Dove non esistono regole vince sempre il più forte e il far west fa emergere il meglio del peggio. Una regolamentazione potrebbe essere utile, ma in un senso opposto e contrario a ciò che immaginano coloro che dovranno misurarsi su questo principio. E poi, chi è che ha suggerito a Berlusconi di alzare la voce su Internet? Non è possibile credere che all’improvviso, nel corso della visita alla cittadella tecnologica di Poste Italiane, si sia convinto di avere una missione da compiere in vista del G8, regolamentare Internet. Una buona carta da giocare per far parlare di se in vista del G8? Oppure vera consapevolezza del fatto che come lui ha detto la rete “rappresenterà l’80% dell’economia mondiale e il 72% della popolazione mondiale”. E poi, davvero il G8 è la sede appropriata per metter in moto un esercizio di stile su Internet. Se Internet ha una valenza mondiale dovrebbero esistere regole che garantiscano una partecipazione piena di tutti i soggetti internazionali. Se vi sono regole che valgono per alcuni e non per altri si tratta di difesa di interessi particolari. In contraddizione con Internet. 

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