Quelli che… la privacy la vogliono anche in rete

Ixquick è l’unico motore di ricerca che tutela la privacy degli utenti. Tutti gli altri lasciano i dati dei fruitori in balia di criminali e malintenzionati.                                                                 Forse nessuno ha mai pensato ai rischi che si corrono ogni qualvolta si effettua una ricerca in rete. Male! Perchè Ixquick insieme a criminali, hacker e altri individui interessati ai fatti altrui ci hanno pensato e ripensato. La questione è molto grave. Si tratta di uno dei diritti sacrosanti e inviolabili della persona. Si sta parlando di privacy.
 A insaputa dei naviganti, tutte le volte che si digita una parola nella barretta bianca e poi si clicca su “Search” i motori di ricerca da noi usati memorizzano le informazione dell’utente. Termini ricercati, ora della visita, link cliccati, indirizzo IP, cookie contenenti l’ID utente rimangono in un database accessibile a tutti.
 Un caso concreto legato a questo fenomeno è quello del 2006. Quell’anno AOL divulgò i dati di ricerche effettuate nell’arco di 3 mesi, mettendo a nudo l’identità di ben 650.000 persone. I dati degli sfortunati ignari visitatori sono stati sistemati all’interno di un database tutt’ora consultabile sul “Database AOL”.La sola soluzione possibile è giunta dal motore di ricerca Ixquick che ha pensato di rendere nullo il tempo di conservazione dati degli utenti. Fino a qualche tempo fa i dati rimanevano in memoria per almeno 48 ore. Adesso, a fronte di frequenti violazioni della privacy, i dati scompaiono all’istante, volatilizzandosi per la sicurezza degli utenti.
 È strano che nonostante i continui moniti a ridurre i tempi di conservazione dei dati Ixquick sia stato l’unico, tra i tanti motori di ricerca, ad adottare subito una misura drastica ed efficace. Il comitato Art.29 Data Protection Working Party ha evidenziato, in un rapporto dello scorso anno, che un periodo maggiore di 6 mesi potrebbe scontrarsi con le leggi di protezione dei dati. Nonostante questo c’è chi non si è dato molto da fare. Con Google i dati degli utenti rimaranno registrati per ben 9 mesi. Un tempo abbastanza confortevole per tutti quei malintenzionati felici di utilizzare impropriamente dati altrui. Più risoluto e prudente Yahoo!, che ha stabilito un tempo massimo di 3 mesi oltre il quale non saranno più rintracciabili indirizzi IP e tutto il resto.Ma il migliore è indiscutibilmente Ixquick grazie al quale possiamo considerare tutelato uno dei diritti più importanti quando si naviga in Internet, la nostra privacy.

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