Con la forza del pensiero

Interfacce uomo-macchine e tecnologie assistive. LiquidWeb, degli undici protagonisti dell’Italian Innovation Day di San Francisco, ha sviluppato BrainControl per dare a malati di sclerosi e tetraplegici, la possibilità di comunicare e manovrare diversi dispositivi, grazie a un software che interpreta gli impulsi elettrici cerebrali

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Nel narrare le sue piccole grandi storie di innovazione Vision cerca nel suo piccolo di carpire qualche segreto che favorisca la ripetibilità delle tante formule escogitate dagli imprenditori dell’idea. È una missione forse impossibile: il nuovo, specie se coniugato con il difficile mestiere del “fare impresa”, non può per definizione nascere da un algoritmo definito in precedenza. Dopo tanto tempo sembra però lecito applicare un blando metodo classificatorio e affermare che nel declinare l’innovazione in un contesto commerciale si possono seguire due tipi di approccio, uno molto focalizzato su un prodotto, un’applicazione ben precisa, l’altro più distribuito e ad ampio spettro.

Lo stile di innovazione di Pasquale Fedele, ingegnere informatico formatosi all’Università di Siena, sembra appartenere alla seconda categoria. Nella sua ultradecennale carriera di ricercatore, docente e imprenditore seriale, Fedele ha legato il suo nome a diverse startup, tutte riportate sul suo profilo LinkedIn. Imprese come Aidilab (www.aidilab.com/it), che studia e progetta nuove modalità di interazione, o T4All (www.t4all.it), che invece si concentra su vari aspetti dell’healthcare e della tecnologia per i settori farmaceutico e ospedaliero, tutte attive nel comprensorio senese. Oggi il suo tempo di imprenditore sembra essere assorbito soprattutto da LiquidWeb (www.liquidweb.it), una startup di un solo anno di vita, ma già premiata con il primo posto del concorso per innovatori organizzato dalla scorsa edizione dello Smau.

Vision ha intercettato Fedele a San Francisco, nel pieno dell’Italian Innovation Day promosso da Mind the Bridge, una delle iniziative più interessanti nel campo del sostegno, concreto, a una cultura italiana dello “starting up”. Mind the Bridge è un progetto portato avanti da un gruppo di italiani attivi nella Silicon Valley scaturito da un’intuizione di Marco Marinucci, manager di Google Corporation e presieduto da Alberto Onetti, economista dell’innovazione presso l’Università dell’Insubria. L’idea è selezionare gli imprenditori italiani più “smart” attraverso un concorso e offrire loro l’opportunità di incontro diretto con gli investitori americani.

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L’interfacciamento cervello-macchina

Con il suo marchio BrainControl Fedele non ha vinto il primo premio assoluto – andato invece a Timbuktu, una magica rivista iPad per bambini, creata da Francesca Cavallo ed Elena Favilli – ma, essendo entrato nel gruppo dei migliori, può vivere il momento più stimolante di questo percorso: la full immersion nel leggendario paradiso di capacità finanziarie, competenze high tech e normative illuminate che ha reso possibili fenomeni imprenditoriali come Apple, Google e Facebook. «In Italia – dice Fedele – siamo in contatto con alcuni Business Angels e Venture Capital, partecipiamo ad alcuni bandi pubblici di finanza agevolata. Dall’esperienza fatta in questi giorni in California, questo è un altro pianeta, ma bisogna essere ben radicati qui per coglierne le opportunità».

«LiquidWeb – racconta Fedele a Vision – nasce con la vocazione di portare e rendere altamente fruibili nel mondo reale, in modo pervasivo, liquido, seamless, le tecnologie ICT. Il focus dell’azienda, da un punto di vista tecnologico, è sul Cloud computing, i mobile services, le tecnologie pervasive: gli smart environments, l’Internet delle cose, l’interfacciamento diretto cervello-macchina». BrainControl appartiene a uno dei tre ambiti operativi attraverso cui si articola il lavoro di ricerca e sviluppo di LiquidWeb, quello sanitario. «Per noi l’healthcare è centrato in particolare sulla messa a punto di sistemi di Brain-Computer Interface (Bci) applicati a tecnologie assistive, in particolare le interfacce celebrali per il controllo di dispositivi elettronici e la comunicazione». Accanto a questo filone, la realtà guidata da Fedele punta anche sul mobile business, con lo sviluppo di applicazioni georeferenziate per smartphone e tablet, per impieghi come il Crm o la gestione di flotte e personale sul campo; e infine sui cosiddetti “smart environments”, un nuovo campo di applicazione che prevede la realizzazione di ambienti intelligenti e interattivi dotati di sensori, tecnologie wireless e sistemi embedded.

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Sogni nel cassetto

Dai laboratori senesi di LiquidWeb escono tre vere e proprie brand di prodotto che Fedele chiama “sogni nel cassetto”. Sogni già molto tangibili e ambiziosi. Quello portato a San Francisco, BrainControl, presentato la prima volta nel 2011 in occasione della conferenza Frontier of Interaction, «è un sistema basato appunto sull’interfacciamento tra computer e cervello che serve per consentire ai pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla e tetraplegie di varia natura, di controllare attraverso il pensiero tutta una serie di dispositivi di domotica, comunicazione o deambulazione». Dentro al cassetto di LiquidWeb sembra veramente di sognare. L’idea di riuscire a restituire la possibilità di trasformare in azioni precise una volontà che malattie terribili come la tetraparesi o la sclerosi, hanno confinato nella gabbia di un corpo improvvisamente o progressivamente bloccato, pare del tutto fantascientifica. E invece è un’ipotesi più che fattibile. Il nostro cervello, spiega il responsabile del progetto BrainControl, è fatto di circa 100 miliardi di neuroni. Interagendo tra loro attraverso complesse reazioni chimiche, queste cellule generano impulsi elettrici che possono essere misurati. Il software messo a punto da LiquidWeb analizza questi impulsi e cerca di interpretarli ai fini del controllo di determinati oggetti. Il pensiero che si sostituisce a una leva da spingere, un pulsante da premere, un volante da ruotare.

Tutto, racconta ancora Fedele, è partito da un gioco. I primi prototipi di BrainControl riguardavano infatti il comando telepatico di un elicotterino giocattolo. I ricercatori senesi avevano utilizzato un caschetto equipaggiato dei sensori elettrici normalmente usati con i poligrafi degli elettroencefalogrammi. Il caschetto invia i suoi segnali attraverso una interfaccia senza-fili Bluetooth e tramite una serie di attuatori la centralina di BrainControl gestisce le varie applicazioni assistive. «Con la centralina sviluppata siamo attualmente in grado di gestire dodici diverse intenzioni di movimento: sinistra, destra, alto, basso, spingere, tirare, ruotare e così via».

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Le altre due creature di LiquidWeb, per il momento, sono forse meno affascinanti e rivoluzionarie, ma altrettanto utili e innovative. WiTube è un totem luminoso capace di diffondere i contenuti del Web attraverso diversi canali (video, segnali luminosi, radio) sotto l’impulso della semplice gestualità dei visitatori di ambienti come mostre, negozi, stazioni. Mentre Unisi 2.0 è lo spazio collaborativo virtuale utilizzato oggi dall’Università di Siena. Come si diceva all’inizio, le articolazioni sono diverse, ma l’obiettivo è unico: rendere possibile una forma di interazione uomo-macchina più naturale e diretta, con precise finalità di ausilio al lavoro, al movimento, alla conoscenza e soprattutto alla qualità della nostra vita.